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Anything Else - Anything Else

Regia:Woody Allen
Vietato:No
Video:Medusa
DVD:
Genere:Commedia
Tipologia:Spazio critico
Eta' consigliata:Scuole medie superiori
Soggetto:Woody Allen
Sceneggiatura:Woody Allen
Fotografia:Darius Khondji
Musiche:
Montaggio:Alisa Lepselter
Scenografia:Santo Loquasto
Costumi:Laura Jean Shannon
Effetti:
Interpreti:Woody Allen (David Dobel), Jason Biggs (Jerry Falk), Stockard Channing (Paula), Danny De Vito (Harvey), Jimmy Fallon (Bob Styles), Christina Ricci (Amanda), Diana Krall (se stessa)
Produzione:Dreamworks Skg - Canal+ - Meespierson Film Cv - Granada Film Productions - Gravier Productions - Perdido Productions
Distribuzione:Medusa
Origine:Usa
Anno:2002
Durata:

108’

Trama:

Autore frustrato di testi comici, ebreo newyorchese in analisi, Jerry Falk sogna di scrivere il romanzo della sua vita e, intanto, è irresistibilmente attratto dalla compagna di un suo amico, la bella aspirante attrice Amanda. Ma il vortice di passione che li travolge lascia ben presto il posto alla routine di tutti i giorni, aggravata dal fatto che la mamma di Amanda si installa nell'appartamento della coppia. La situazione diventa insostenibile con Amanda che tradisce apertamente il partner e il manager di Jerry che gli ruba metà dei compensi. Ma quando tutto sembra crollare Jerry trova la soluzione dei suoi problemi nei consigli illuminati di Dobel, un anziano professore conosciuto per caso a Central Park.

Critica 1:Un passeggero sconsolato parla del mistero inesplicabile della vita al tassista che lo sta trasportando all'aeroporto. E il tassista (filosofo, come capitava in tanti film americani degli anni d'oro - i '70) risponde: «You know? It's like anything else!». È questa la battuta che (la prima volta raccontata dal maturo comedian David Dobel, la seconda vissuta dal protagonista, il giovane Jerry Falk) apre e chiude il nuovo film di Woody Allen, storia di un'amicizia bizzarra tra due comici ebreo-americani di evo mentale diverso e di identiche nevrosi, di un amore che scoppia di botto e altrettanto bruscamente si consuma, della vita che va e viene, sempre uguale tra l'East Side e Central Park, di aspirazioni, insofferenze, incomunicabilità, contrasti che si inseguono da un decennio all'altro. Anything Else ha la leggerezza vorticosa e l'essenzialità stilistica di certi Allen "d'annata", il romanticismo irresistibile di Hannah e le sue sorelle, la malinconia della terza età di Broadway Danny Rose, la frenetica successione di battute di Manhattan. Non succede nulla che non sia già successo,1977, lo e Annie: una donna "imprendibile", un uomo in analisi, un viaggio da New York a Los Angeles. Ma là Alvy Singer, inguaribile newyorkese, rifiutava la West Coast con il suo kitsch e la sua cultura da supermarket; mentre qui è proprio Allen, David Dobel, un filosofo-barzellettiere da Central Park, ossessionato dall'olocausto e dall'autodifesa, che convince il giovane Jerry a mollare tutto e partire. Go West, young man! Curioso scambio di ruoli, che pare corrispondere alla scoperta, finalmente, di un giovane comico capace di aderire spontaneamente a quell'unicum psichico e fisico che è Woody Allen, di dargli un corpo nuovo e nuove possibilità romantiche. Contrappuntato dalla gran voce di Billie Holiday e dalla narrazione in prima persona di Jason Biggs, costruito attraverso la classica successione di campi, controcampi, piani medi, secchi carrelli laterali (molto "metropolitani", come sono i vecchi idoli Bogart e Sinatra e il cineclub che proietta L'angelo sterminatore), Anything Else è uno dei migliori film di Allen dell'ultimo decennio.
Autore critica:Emanuela Martini
Fonte criticaFilm TV
Data critica:

7/10/2003

Critica 2:Che Woody Allen sia una persona abitudinaria lo si capisce dalla puntualità con cui ogni anno produce un film. Non è però altrettanto costante nei risultati, la sua filmografia raccoglie capolavori come Manhattan e Io e Annie, film belli come Crimini e misfatti oppure Ombre e nebbia e film medi come Hollywood ending e La leggenda dello scorpione di giada. Di una cosa però si può stare scuri, un film di Woody Allen non sarà mai un brutto film. La sua abilità tecnica, la sua conoscenza del mestiere e soprattutto la sua irraggiungibile bravura nei dialoghi riescono ad elevare tutti i suoi lungometraggi al di sopra della desolante media dei film che si realizzano. Anything Else può essere annoverato tra i suoi film meglio riusciti degli ultimi anni. Forse consapevole degli anni che passano Allen lascia il ruolo del protagonista al giovane Jason Biggs, star della serie American Pie che incarna in maniera eccellente tutte le manie ed i tic dei personaggi che solitamente vengono interpretati dal regista newyorkese, è nevrotico, dimesso, maldestro. Ma il transfert si fa ancor più profondo quando si nota quanto della sua vita personale Allen abbia donato al personaggio di Biggs; Jerry Falk si è sposato e ha divorziato giovanissimo, si mantiene scrivendo battute per comici televisivi, si sottopone a lunghissime sedute di analisi e non ha nessuna intenzione di spostarsi da New York per trasferirsi a Los Angeles. Per sé Allen si è ritagliato un ruolo inconsueto, riproponendo in parte ciò che Chaplin aveva voluto fare interpretando Monsier Verdoux, cioè il rovesciamento del proprio personaggio e se Verdoux è l’esatto contrario di Charlot, David Dobel mantiene alcune caratteristiche e l’abbigliamento dei vari Alvy, Sandy, Larry, Harry, Danny di alleniana memoria. Dobel è l’incarnazione del newyorkese post 11 settembre, vede nemici in ogni dove, si riempie la casa di armi a causa della sua paranoica paura di un’aggressione, compra kit di sopravvivenza, è un irruento che non si lascia sopraffare dai prepotenti ma reagisce all'aggressività con una violenza un po’ vile. Forse potremmo pensare ad Anythin Else come un film di passaggio tra un nuovo e un vecchio Allen, in cui si possono ritrovare ancora molte figure già presenti altrove, oltre al protagonista. il personaggio interpretato in maniera magistrale da Danny de Vito, l’agente del giovane Jerry, una sorta di Broadway Danny Rose ma vestito meglio e forse proprio per questo le sue massime preferite riguardano tutte l’abbigliamento. Ma anche personaggi nuovi caratterizzati da un maggior egoismo, forse più cattivi, sicuramente con meno scrupoli come quello di Christina Ricci, la fidanzata di Biggs. Vedremo l'anno prossimo quale strada il regista newyorkese ha scelto di intraprendere, se continuare in questo nuovo percorso o ritornare al suo "solito" cinema.
Autore critica:Elisa Giulidori
Fonte critica:Film&Chips
Data critica:

11/10/2003

Critica 3:
Autore critica:
Fonte critica:
Data critica:



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