Elemento del crimine (L') - Forbrydelsens element
Regia: | Lars von Trier |
Vietato: | No |
Video: | Minerva Video |
DVD: | |
Genere: | Drammatico |
Tipologia: | Spazio critico |
Eta' consigliata: | Scuole medie superiori |
Soggetto: | Lars von Trier |
Sceneggiatura: | Lars von Trier |
Fotografia: | Tom Rilling |
Musiche: | Henrik Blichmann, Mogens Dam, Bo Holten |
Montaggio: | Tomas Gíslason |
Scenografia: | Peter Høimark |
Costumi: | Manon Rasmussen |
Effetti: | |
Interpreti: | Michael Elphic (Fisher), Esmond Knight (Osborne), Me Me Lei (Kim), Jerold Wells (Kramer), Ahmed El Shenawi (Therapist), Astrid Henning-Jensen (custode), János Herskó (coroner), Stig Larsson (ssistente del coroner) |
Produzione: | Per Holst |
Distribuzione: | Minerva |
Origine: | Danimarca |
Anno: | 1984 |
Durata:
| 103’
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Trama:
| Attraverso l'ipnosi uno psicanalista-stregone del Cairo estorce al protagonista il racconto del suo ritorno in Europa sulle tracce di uno psicotico che ammazza ragazzine, una ricerca in cui rischia di perdersi.
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Critica 1: | Impressionante, delirante esordio del danese Trier (1956) in una detective story che raddoppia sé stessa e sostiene la necessità di identificarsi col colpevole per poterlo scoprire. Ricco di rimandi letterari, filosofici e filmici, da Blade Runner a Stalker, dal film noir americano a Eraserhead. |
Autore critica: | |
Fonte critica | Il Morandini – Dizionario dei film, Zanichelli |
Data critica:
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Critica 2: | l primo film di Lars von Trier, Forbrydelsens element (Elementi del crimine, 1984), ha reso d’un tratto il regista il più celebre esordiente nella storia della Danimarca. Con la sua giacca di pelle, i capelli quasi rasi a zero, le sue idee impenetrabili e insolenti, Von Trier si è immedesimato presto nella parte del regista cult ventottenne. Il film, che ha ottenuto numerosi riconoscimenti in patria e all’estero procede in un linguaggio allegorico, ricco di suggestioni espressioniste, e racconta una favola criminale ambientata in un’Europa lugubremente futurista, un inferno umido e gocciolante, sempre di notte, che si situa sempre nella mappa del cinema a metà strada tra Fassbinder e Tarkovskij. Non vi troviamo ritratti psicologici né descrizioni di vita quotidiana. Il film è un invito al meta-cinema, un po’ post-moderno. Il protagonista si ritrova in visita da uno psichiatra che, sotto ipnosi, gli fa ripercorrere la propria storia, che è anche la storia del film, che ruota intorno al mistero di alcuni omicidi. Ci si addentra così in un labirinto di storie che s’intersecano l’una con l’altra come un gioco di scatole cinesi. Trier è uno dei talenti più autentici e originali che il cinema danese abbia mai avuto. Tra i suoi film ricordiamo anche Europa (1991), che ha ottenuto il premio della giuria al festival di Cannes. Al suo attivo ha anche una serie di video musicali e di spot pubblicitari sbalorditivi, come Gà i bad med Ekstra Bladet (Và al bagno con Ekstra Bladet), che mostra un giovane che spia le ragazze nel bagno, ma viene smascherato da un’erezione traditrice: un piccolo racconto senza difetti, che rimanda al voyeurismo connaturato al cinema. |
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Data critica:
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Critica 3: | L'elemento del crimine è una parabola sul nostro vecchio continente in forma di (atipico) film poliziesco. I cinefili vi troveranno facilmente i germi del von Trier successivo, inclusi la macchina da presa mobile, la tavolozza di pochi colori e gli elementi stilistici che contraddistinguono il futuro teorico di 'Dogma'. |
Autore critica: | Roberto Nipoti |
Fonte critica: | la Repubblica |
Data critica:
| 6 febbraio 2000
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Libro da cui e' stato tratto il film |
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Autore libro: | |
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