Notti bianche (Le) -
Regia: | Luchino Visconti |
Vietato: | No |
Video: | Ricordi Video, Vivivideo, Panarecord (Classici del Cinema Italiano) |
DVD: | |
Genere: | Drammatico |
Tipologia: | Storia del cinema |
Eta' consigliata: | Scuole medie superiori |
Soggetto: | Dal racconto omonimo di Feodor M. Dostojevski |
Sceneggiatura: | Suso Cecchi d'Amico, Luchino Visconti |
Fotografia: | Silvano Ippoliti, Giuseppe Rotunno |
Musiche: | Nino Rota |
Montaggio: | Mario Serandrei |
Scenografia: | Mario Chiari, Mario Garbuglia |
Costumi: | |
Effetti: | |
Interpreti: | Maria Schell Natalia, Marcello Mastroianni Mario, Jean Marais L'inquilino, Romano Barbieri Suo figlio, Clara Calamai La prostituta, Elena Fancera La cassiera, Anna Filippini Sua figlia, Giorgio Listuzzi Guardia di Finanza, Leonilde Montesi Sua Moglie, Sandro Moretti Altro giovinastro, Corrado Pani Un giovinastro, Marcella Rovena La pensionante, Dirk Sanders Il ballerino, Maria Zanoli La domestica, Nando Angelini, Alberto Carloni, Angelo Galassi, Ferdinando Guerra, Winni Riva, Renato Terra, Paola Ventura, Sandra Verani, Franco Ceccarelli, Dino d'Aquilio, Carla De Foscari, Enzo Doria |
Produzione: | Franco Cristaldi e Jean Paul Guilbert per la Cias-Vides Cinematografica, Roma/Intermon-Dial, Paris |
Distribuzione: | Cineteca Nazionale |
Origine: | Italia |
Anno: | 1956 |
Durata:
| 107'
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Trama:
| Mario, modesto impiegato, avviandosi una sera svogliatamente verso casa, scorge una donna che, appoggiata alla ringhiera di un ponticello su un canale, piange singhiozzando. Egli le si avvicina e avendo cercato di confortarla, offrendogli il proprio aiuto, rimane prima sconcertato, poi affascinato dal comportamento della giovane donna, ora cupa e angosciata, ora allegra e quasi infantile. Egli desidera rivederla ed ottiene da lei un appuntamento per la sera dopo. L'indomani Natalia, questo è il nome della ragazza, gli racconta la sua storia. Abbandonata dai genitori, ella vive con la nonna quasi cieca in un appartamento del quale viene subaffittata una stanza. Il loro inquilino era un anno addietro un bel giovane, del quale Natalia s'era perdutamente innamorata. Un giorno l'inquilino se n'era andato, promettendo di ritornare dopo un anno; si sarebbero incontrati presso il ponticello sul canale. Da quel giorno Natalia si strugge nell'attesa. Mario, che a sua volta s'è innamorato della ragazza, cerca di farle dimenticare l'assente, cerca di convincerla a non vivere di illusioni e di vane speranze. Il persistente silenzio del fidanzato induce infatti Natalia ad accettare la corte di Mario, col quale balla una sera con trasporto per poi abbandonarlo di nuovo improvvisamente. Delusa ancora una volta nella sua attesa, Natalia ritorna a Mario e sembra voglia fare di tutto per corrispondere al suo amore. Ma avviandosi con lui verso casa, sente dei passi che s'avvicinano: è l'uomo che ritorna... Natalia si stacca da Mario e vola felice tra le braccia dell'atteso.
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Critica 1: | Le nebbie di questa città tutta inventata, dove il "neon" dei nuovi locali si mescola alle diroccate fette delle case, questi cieli boreali, e la neve favolosa, e l'acqua torbida e suggestiva dei canali, sono i mezzi espressivi di cui Visconti si è servito per il suo spettacolo. E straordinari mezzi espressivi sono anche la Schell e Mastroianni che ha indovinato la sua più bella interpretazione. |
Autore critica: | U. Casiraghi |
Fonte critica | L'Unità |
Data critica:
| 16/11/1957
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Critica 2: | Le notti bianche è una noveIla romantica, nel senso storico della parola, scritta da Dostoevskij nel 1848. Racconta in prima persona (sottotitolo: Dai ricordi di un sognatore) il caso di un giovane solitario che s'aggira per le strade di Pietroburgo, durante le lunghe notti estive illuminate dai bagliori irreali del sole di mezzanotte. Il giovane si imbatte, sul ponte del canale della Fontanka, in una ragazza che piange. L'avvicina, la rivede il giorno dopo, se ne invaghisce e alla fine apprende la sua storia: orfana, vivente tutta sola con una nonna cieca, la ragazza si innamorò tempo addietro d'un pigionante. Costui un giorno partì, promettendole, però, di tornare. La ragazza da allora l'aspetta ogni sera, sempre nello stesso luogo. Il giovane rimane male di fronte a questa confessione; tuttavia ormai è innamorato, così si adatta alla parte amara di confidente e amico. Alla fine l'inquilino torna davvero: e il giovane è ricacciato nella sua solitudine… Come abbiamo detto la novella è romantica. Dostoevskij, invece, non lo era, o meglio, pur partito da posizioni romantiche, era destinato ad aggiungere una dimensione nuova al romanticismo; e da lui infatti si giunge direttamente a Kafka e agli esistenzialisti moderni. Dostoevskiano, però, è già il protagonista, con la sua ipertrofica psicologia di solitario. La fanciulla è più convenzionale. Le notti bianche di Luchino Visconti si discostano parecchio dalla novella. Non tanto per i fatti che sono gli stessi, quanto per il trattamento. Intanto, per forza di cose, Pietroburgo, che nella novella è un luogo reale, realisticamente descritto, nel film diventa uno sfondo anonimo e teatrale. Di colpo, tra quei fondali e modellini, usciamo dall'atmosfera romantica ed entriamo in quella più recente di un espressionismo di tipo tedesco. La vicenda acquista un vago sapore allegorico; la psicologia dei personaggi che in Dostoevskij è realistica, sembra alludere a significati simbolici. Tanto che, un po' alla maniera del teatro d'avanguardia dell'altro dopoguerra, si potrebbe chiamarli la Fanciulla, l'Innamorato, l'Inquilino e via dicendo. Visconti ha spinto deliberatamente la maniera espressionista fino ad atmosfere più teatrali che cinematografiche, specie nella sequenza dell'incontro con la prostituta (altro personaggio tipico dell'espressionismo) e della rissa, nelle due apparizioni, al principio e alla fine, del pigionante, e soprattutto nella passeggiata in barca per quei kafkiani canali le cui rive, non si sa perché, giacciono immobili intorno a fuocherelli languenti, sotto la neve che cade, numerosi derelitti e mendicanti. Questa tecnica raggiunge effetti belli (anche grazie ad un'eccellente fotografia) quando è tenuta a freno e contaminata di elementi realistici ambientali e psicologici. Invece convince molto meno allorché Visconti cede alle tentazioni teatrali. Fatte queste riserve, bisogna dire che Le notti bianche è uno dei migliori film che ci abbia dato Visconti sinora. La vicenda è semplice e umana, lineare e commovente. Il testo dostoevskiano (ecco un caso in più in cui un testo letterario giova al cinema) ha fornito un impianto solido e logico alla narrazione; in altre parole un intreccio, punto debole de cinema. Visconti ha approfondito alcuni elementi della novella, altri li ha appena sfiorati, ma ha pur sempre lavorato di scavo con un impegno delicato e felice, senza insistenze ed estetismi, nuovo in lui. Il solo pezzo di bravura, quello della sala da ballo, contrariamente a quanto avveniva talvolta nei fiIm precedenti, ha una sua ragione narrativa espressa con adeguato linguaggio figurativo.
Le notti bianche ha un significato nel momento presente del cinema. Volere o no, vuol dire un addio al neorealismo scaduto a maniera meccanica accetta così ai produttori come alla censura. Non bisogna infatti dimenticare che Dostoevskij è il capostipite d'una tradizione narrativa del tutto opposta a quella da cui scaturisce il neorealismo. Sembrava un autore ottocentesco; si diceva che fosse decadente. È invece un maestro la cui lezione è valida tuttora.
Visconti ha avuto la mano felice nella scelta degli interpreti. Mastroianni ci ha dato la migliore interpretazione della sua carriera di attore; Maria Schell si è rivelata una volta di più interprete sicura e di grandi capacità. La scelta di Jean Marais ci sembra invece per lo meno discutibile. Oltre tutto perché non rispettare la novella? “In quel momento passò accanto a noi un giovane...”. Un attore meno stagionato e più disinvolto avrebbe attenuato il carattere troppo teatrale e simbolico del personaggio. |
Autore critica: | Alberto Moravia (sta in Moravia al/nel Cinema, Ass. Fondo A. Moravia, 1993) |
Fonte critica: | L'Espresso |
Data critica:
| 24/11/1957
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Critica 3: | |
Autore critica: | |
Fonte critica: | |
Data critica:
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Libro da cui e' stato tratto il film |
Titolo libro: | Notti bianche (Le) |
Autore libro: | Dostoevskij Feodor M. |
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