Sostiene Pereira -
Regia: | Roberto Faenza |
Vietato: | No |
Video: | Mondadori Video, L'unita' Video |
DVD: | La Repubblica – L’Espresso |
Genere: | Drammatico |
Tipologia: | La memoria del XX secolo |
Eta' consigliata: | Scuole medie superiori |
Soggetto: | Tratto dall'omonimo romanzo di Antonio Tabucchi |
Sceneggiatura: | Roberto Faenza, Sergio Vecchio |
Fotografia: | Blasco Giurato |
Musiche: | Ennio Morricone |
Montaggio: | Ruggero Mastroianni |
Scenografia: | Giantito Burchiellaro |
Costumi: | Elisabetta Beraldo |
Effetti: | |
Interpreti: | Marcello Mastroianni (Pereira), Joaquim De Almeida (Manuel), Daniel Auteuil (Dottor Cardoso), Stefano Dionisi (Monteiro Rossi), Nicoletta Braschi (Marta), Nicolau Breyner (Padre Antonio), Filipe Ferrer (Silva) |
Produzione: | Jean Vito International, Italia - K.G. Production, Francia |
Distribuzione: | Mikado |
Origine: | Italia |
Anno: | 1995 |
Durata:
| 104’
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Trama:
| A Lisbona nel 1938, finito, dopo trent'anni di cronaca, a dirigere la pagina letteraria del quotidiano "Lisboa", il dottor Pereira, colpito da un articolo del giovane saggista Monteiro Rossi sulla morte, lo contatta per ingaggiarlo come praticante per il giornale. Conosce così anche Marta la sua ragazza, ostile al regime. Il primo scritto, su D'Annunzio, lo sconcerta per la violenza critica nei confronti del poeta, ed egli consiglia al giovane, che ottiene un anticipo in denaro, prudenza e moderazione. Incline a tenersi fuori da questioni politiche, Pereira va in cura alle terme dove incontra il direttore del giornale che lo rimprovera per un racconto di Daudet che termina con le parole: "viva la Francia". Al ritorno trova che l'invadente portiera, moglie di un poliziotto e informatrice del regime, ha a sua disposizione un centralino. Frattanto Marta cerca ancora di indurlo a scrivere contro il regime, ma lui non vuole guai. Tornato alle terme, fa amicizia col dottor Cardoso, che lo introduce ai metodi psicoanalitici ed alla teoria della "confederazione delle anime". Al ritorno a Lisbona incontra Marta che gli dice che Rossi con il cugino sta reclutando uomini antifranchisti al sud: al cinema, i due assistono ad un documento di propaganda. L'amico Padre Antonio, critico col franchismo e col Vaticano, gli parla di Mauriac, Claudel, Bernanos e Guernica. Successivamente Monteiro Rossi giunge a casa sua stravolto: il cugino è stato arrestato. Mentre Pereira rifocilla il giovane arriva la polizia politica, che tortura a morte Monteiro minacciando Pereira. Questi con uno stratagemma, fa pubblicare un articolo dettagliato sull'episodio dal giornale: ha scoperto che la sua vita non è finita perché lo attende un nuovo futuro.
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Critica 1: | Nella Lisbona del 1938, sotto la cappa del fascismo salazariano, un anziano giornalista culturale con la passione dei necrologi di scrittori illustri incontra due giovani impegnati nella lotta clandestina contro il regime e un medico colto e democratico che l'aiutano a uscire dal guscio della sua quieta neutralità. E a ribellarsi. Tratto dal romanzo (1994) di Antonio Tabucchi, è una limpida trasposizione secondo un criterio di scrupolosa fedeltà (con poche variazioni, e un'importante aggiunta nel finale) che è anche il suo limite. Un ottimo M. Mastroianni in perfetta osmosi con il personaggio. Un po' spenti gli altri. |
Autore critica: | |
Fonte critica | Il Morandini – Dizionario dei film, Zanichelli |
Data critica:
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Critica 2: | Il romanzo di Antonio Tabucchi (che ha collaborato alla stesura dei dialoghi) ha costituito la base del lavoro di Faenza. Le difficoltà da superare erano molte. Bisognava innanzitutto tenere conto della particolare struttura del testo letterario (con il ritorno della frase "sostiene Pereira" che segna la narrazione rinviandola a un'ipotetica dichiarazione che non esclude il verbale di polizia) e bisognava trovare il protagonista "giusto". Per "sostenere" il ruolo del redattore della pagina culturale del "Lisboa" nel Portogallo che si avviava quasi insensibilmente al lungo periodo buio della dittatura salazarista, era necessario un attore dall'acuta sensibilità. Non preoccupandosi delle pressioni produttive (qualcuno suggeriva il nome di Abatantuono) Faenza ha trovato l'adesione di Mastroianni imponendolo in una situazione come quella italiana in cui viene ritenuto un nome che non porta soldi al botteghino. Ne è venuta fuori la narrazione di una presa di coscienza, della necessità di rendersi conto che non esistono possibilità di chiamarsi fuori quando la libertà è in pericolo, che la letteratura e l'arte finiscono con diventare comodi alibi che si sbriciolano tra le mani di chi ha cercato di usarli, anche inconsapevolmente, come paravento. La versione italiana soffre (a differenza dell'originale francese) dell'impaccio della Braschi e di Dionisi in sala doppiaggio. Per il resto le polemiche relative a una troppo ossequiente adesione al testo letterario da parte del regista lasciano il tempo che trovano. Dopo Jona che visse nella balena Faenza continua il suo viaggio improntato all'analisi dell'idea di morte che ogni regime dittatoriale porta con sé. Che si tratti dell'eliminazione fisica o dell'ottundimento delle coscienze c'è sempre bisogno di un Pereira che rialzi la schiena riproponendo la vita e l'impegno come unica risposta "civile" possibile. |
Autore critica: | |
Fonte critica: | mymovies.it |
Data critica:
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Critica 3: | Forse i caratteri attorno, appunto perché, molto riassunti rispetto a quelli del romanzo, risultano spesso un po' sfocati, ma li riscattano le cure con cui la regia, sorretta da tecniche sapienti (la fotografia di Blasco Giurato, le scenografie di Giantito Burchiellaro, le musiche di Ennio Morricone), è riuscita a ricrearvi attorno non solo una splendida Lisbona anni Trenta ma tutto il sapore di un'epoca divisa fra una gioia sonnacchiosa e un'ansia segreta per i sommovimenti politici che si preparano. Dà anche più forza a questi meriti la fervida interpretazione di Marcello Mastroianni nelle vesti di Pereira: prima frustrato e titubante, con i segni accentuati di una senescenza ingombrante, poi via via più desto e più solido con risentimenti consapevoli e forti. Meno felici, al suo fianco, e a suo confronto, gli altri interpreti, da Stefano Dionisi e Nicoletta Braschi, la coppia di rivoluzionari, a Daniel Auteuil, quest'ultimo, però, a causa soprattutto del suo personaggio, il dottor Cardoso, che, rispetto al libro, non ha quasi più né presenza né contorni. |
Autore critica: | Gian Luigi Rondi |
Fonte critica: | Il Tempo |
Data critica:
| 8/4/1995
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Libro da cui e' stato tratto il film |
Titolo libro: | Sostiene Pereira |
Autore libro: | Tabucchi Antonio |
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