Dormiglione (Il) - Sleeper
Regia: | Woody Allen |
Vietato: | No |
Video: | Warner Home Video (Gli Scudi) |
DVD: | |
Genere: | Commedia |
Tipologia: | Storia del cinema |
Eta' consigliata: | Scuole medie superiori |
Soggetto: | Marshall Brickman, Woody Allen |
Sceneggiatura: | Marshall Brickman, Woody Allen |
Fotografia: | David M. Walsh |
Musiche: | Woody Allen |
Montaggio: | Ralph Rosenblum |
Scenografia: | |
Costumi: | |
Effetti: | |
Interpreti: | Woody Allen (Miles Monroe), Diane Keaton (Luna), John Beck (Erno), Mary Gregory (Dottoressa Melik), Don Keffer (Dott. Tryon, Marya Small (Dott. Nero), Bartlett Robinson (Dott. Orva), Chris Forbes (Rainer Krebs), Peter Hobbs (Dott. Dean), Susan Miller (Ellen Progrebin), Brian Avery (Herald Cohen) |
Produzione: | Jack Grossberg, Charles Rollins Joffe per United Artists |
Distribuzione: | Non reperibile in pellicola |
Origine: | USA |
Anno: | 1973 |
Durata:
| 88'
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Trama:
| Ibernato nel 1973, all'età di 35 anni, il clarinettista e proprietario di un ristorante per vegetariani, Mike Monroe, si risveglia due secoli dopo in un mondo irriconoscibile. Diventati gli uomini tutti impotenti, e frigide le donne; affidato il lavoro manuale a un esercito di robot; scomparse le nazioni, spazzate via da una guerra atomica; la Terra è divisa in due distretti, l'oriente e l'occidente, sul primo dei quali governa, con la polizia e con il lavaggio dei cervelli, un dittatore, il "Leader", nemico dei sovversivi, degli intellettuali, dei "diversi". Nel distretto si sta però organizzando un movimento di resistenza contro di lui, capeggiato dal giovane Erno. Scampato agli uomini del "Leader" fingendosi un robot, Mike finisce come maggiordomo in casa di una poetessa, Luna, che converte alla causa dei rivoluzionari e con la quale tenta di raggiungere il quartier generale della resistenza. Catturato e sottoposto al condizionamento del cervello, viene liberato dallo stesso Erno, che affida a lui e a Luna un'importante missione. Penetrati in un laboratorio scientifico, nel quale si tenta di "ricostruire il Leader" (del dittatore, vittima di un attentato, non è rimasto che il naso) Mike e Luna provocano il fallimento dell'impresa
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Critica 1: | Con Sleeper (in Italia: Il dormiglione) ci troviamo nell'anno 2173. Alcuni scienziati scoprono una capsula che contiene un uomo del 1973, ibernato. Si chiama Miles Monroe (nel doppiaggio italiano, non si sa perché, « Mike » Monroe) ; proprietario di un ristorante vegetariano a New York e suonatore di jazz. Fattosi ricoverare per un lieve intervento, non s'era piú ripreso dall'anestesia, ed era stato cosí ibernato. Gli scienziati illustrano al nuovo arrivato la politica del loro tempo, dominata da un dispotico Grande Leader che comanda il mondo intero: essi sono dalla parte dei ribelli che vogliono rovesciare la tirannide, e vorrebbero che Mi-
les si unisse a loro. Ma interviene la polizia. Solo Miles riesce a fuggire, travestito da automa-cameriere, e a rifugiarsi nell'abitazione dell'isterica poetessa Luna (Diane Keaton). Dopo nuovi inseguimenti, è catturato dagli sgherri, mentre la ragazza finisce nell'accampamento dei rivoltosi (definiti «marxisti»; ma probabilmente si tratta di un'ulteriore aggiunta dei doppiatori). Il Grande Leader, nel frattempo, ha subito un attentato, e di lui è rimasto solo il naso. Si vorrebbe farlo rivivere con un'operazione di donazione, consistente nel moltiplicare le cellule del tessuto rimasto vivente: tramite un sotterfugio l'operazione viene compiuta proprio da Miles, che la sabota. La rivoluzione è vittoriosa, e il suo capo Erno (John Beck) sarà il nuovo Leader. Miles però non è soddisfatto: anche Erno diventerà come l'altro, dichiara, e lui crede solo al «sesso e al decesso».
Sleeper è lo sviluppo coerente della «seconda fase» di Woody Allen, i cui presupposti erano visibili in Sex. È una commedia dall'intreccio «comprensibile», narrativo, su cui si inseriscono come su un supporto le diverse invenzioni comiche. Si tratta di una formula che al regista era chiara da tempo a livello teorico, come testimoniano le interviste rilasciate in proposito, e che era stata messa in pratica da tutti i comici del golden age of comedy. In questo tipo di commedia la trama dev'essere estremamente lineare; se nella commedia degli equivoci sono appunto gli equivoci, cioè le contorsioni dell'intreccio, a fornire il divertimento agli spettatori, qui tale compito è assolto esclusivamente dagli espedienti comici aggiuntivi. La vera difficoltà per un autore consiste nel creare l'amalgama fra la parte narrativa e la parte comica: i frizzi non devono costituire parentesi e divagazioni, non devono rallentare troppo vistosamente l'azione. L'azione deve progredire senza indugi, pena l'insorgere della noia nello spettatore e il suo disinteresse per il brano comico. Nel suo Navigator, Buster Keaton ebbe il coraggio di eliminare una sequenza magistrale, solo perché rea di ostacolare lo snodarsi degli avvenimenti.
Orbene, alla sua base la commedia Sleeper è minata dalla debolezza della trama e dall'impiego di invenzioni che non ne fanno progredire lo sviluppo. Non pochi hanno osservato che il film dà l'impressione di du-
rare meno dei suoi effettivi 80 minuti: gli è che durante quel tempo sullo schermo è successo ben poco, e quasi tutta la storia ci è stata raccontata nei dialoghi anziché mostrata per immagini. E Woody si è concesso il lusso di excursus esasperanti: l'interpretazione dei reperti « archeologici » del 1973, la lotta contro il budino gigante, il finto concorso di Miss America, la visita al negozio d'abbigliamento, i tentativi dei rivoltosi di ridargli la sua vera personalità.
Rispetto alle due opere d'esordio, il materiale umoristico appare nettamente meno originale: mancano in effetti tutte quelle sequenze al limite dell'astrattezza, quei nonsense lunari che costituivano il suo apporto piú personale e nuovo al cinema comico. Alcune sequenze puramente slapstick sono concepite assai bene: il tentativo di Miles di tenersi in equilibrio sulla scala a pioli, il suo mangiare a ritmo di musica. I precedenti sono fin troppo chiari: Keaton nel primo caso, Chaplin (ricordiamo la rasatura a tempo di czarda del Great Dictator) nel secondo. Diverso è il livello: privo della destrezza fisica dell'uno e dell'altro, Woody è costretto a servirsi del montaggio tanto per prolungare il suo equilibrio in cima alla scala quanto per tenere il ritmo della musica durante il pasto. Bene eseguita è per contro la trasformazione in automa, un poco sullo stile marionettistico di Totò. Sono meno sviluppate del consueto le rievocazioni di altri film, che si riducono a una curiosa autocitazione (i ribelli intonano il medesimo inno dei guerriglieri di Vargas in Bananas) e al dialogo fra Bianche Dubois e Stanley Kowalski di A Streetcar Named Desire, recitato da Miles (sotto l'effetto della droga) e Luna a ruoli invertiti. Questo dialogo non esiste nella colonna italiana, nella quale è stato pretestuosamente sostituito con una fiacchissima parodia di Ultimo tango a Parigi. Ciò che qui è rimasto identico alla consuetudine è la squilibrio qualitativo delle arguzie verbali: alcune sono eccellenti, altre sono piacevoli, altre puerili.
Sleeper riprende, sotto mutata veste, molti dei temi di Bananas. È senza dubbio piú «politico» di quello, e in molti punti par di avvertire una requisitoria orientata senza tentennamenti, e una presa di posizione radicale
‘80 (in tutti i sensi della parola). Per tutto il primo tempo la satira contro il sistema politico di domani, logica conseguenza del sistema politico di oggi, è coerente e ben chiara. Allen veste i panni di Orwell e di Huxley, dipinge un futuro fatto di oppressione poliziesca e di tirannide tecnologica («ma che razza di governo avete qui? È peggio che in California»). Rivendica il diritto-dovere alla libertà, irride senza mezzi termini l'atteggiamento «benpensante» di Luna («Noi siamo artisti, dobbiamo pensare al Bello... abbiamo tutto quello che vogliamo, perché fare la rivoluzione?»). Miles Monroe è restio alla rivoluzione. È un pacifico borghese fuori dal suo tempo, che non ha nessun legame diretto con la causa. In decine d'altri film s'è visto questo tipo di personaggio, alla fin fine, convincersi della bontà morale, se non politica, delle istanze ribelli. Miles si fa coinvolgere, combatte, vince, ma sempre con la riserva mentale: lui non c'entra. E quando per merito suo il tiranno è vinto e la rivoluzione ha il sopravvento, il suo commento è lo stesso, spietato adagio di Bananas: il capo nuovo diventerà peggiore del capo vecchio. Il film si chiude su Miles e Luna che discorrono della sfera privata, ripiegati su se stessi. L'ideologia reazionaria e il desiderio di chiudersi nel particolare ritornano come la fenice: e proprio in chiusura, a mo' di «messaggio dell'autore». Né pare accettabile la giustificazione che fornisce l'autore stesso: «Temo che lei mi prenda troppo sul serio. Le ultime parole di Sleeper sono puramente un espediente comico: uno che ho usato nella mia attività di cabaret, e che fa ridere il pubblico. Non hanno altro significato che questo». Pare impossibile che un intellettuale che vanta una cultura tutt'altro che misera in campo filosofico; un epigrammista che dice di Nixon «Tutte le volte che usciva dalla Casa Bianca, il servizio segreto controllava l'argenteria»; un cittadino che sospende le rappresentazioni in teatro per una giornata di protesta contro la guerra nel Viet Nam (1969), non si renda conto di contraddirsi e della gravità di farlo. |
Autore critica: | Giannalberto Bendazzi |
Fonte critica | Woody Allen, Il Castoro Cinema |
Data critica:
| 2/1976
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Critica 2: | |
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Critica 3: | |
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Libro da cui e' stato tratto il film |
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