Ultimo treno (L’) - Edges of the lord
Regia: | Yurek Bogayevicz |
Vietato: | No |
Video: | |
DVD: | Cecchi Gori |
Genere: | Drammatico |
Tipologia: | La memoria del XX secolo |
Eta' consigliata: | Scuole medie inferiori; Scuole medie superiori |
Soggetto: | Yurek Bogayevicz |
Sceneggiatura: | Yurek Bogayevicz |
Fotografia: | Pawel Edelman |
Musiche: | Jan A. P. Kaczmarek |
Montaggio: | Dennis Hill |
Scenografia: | Mayling Cheng |
Costumi: | |
Effetti: | |
Interpreti: | Haley Joel Osment (Romek), Willem Dafoe (Prete), Richard Banel (Vladek), Liam Hess (Tolo), Olaf Lubaszenko (Gniecio), Malgorzata Foremniak (Manka), Andrei Grabowski (Kluba), Chril Vahonin (Robal), Olga Frycz (Maria), Dorot Piasecks (Ela Kluba), Marian Czekalski (anziano zoppicante), Krystyna Feldman (Wanda), Aldina Grochal (madre di ragazza ebrea), Edyta Jurecka (Sara), Eugene Osment (ufficiale tedesco del campo), Krzystof Pieczynski (ufficiale tedesco ai treni), Ryszard Ronczewski (Batylin), Wojciech Smolarz (Pyra), Marek Veglarski (Max), Stefania Wasko (nonna di Maria) |
Produzione: | Millennium Films - Zev Braun |
Distribuzione: | Non reperibile in pellicola |
Origine: | Usa |
Anno: | 2001 |
Durata:
| 90’
|
Trama:
| Nella seconda guerra mondiale, mentre le truppe tedesche si apprestano a conquistare Cracovia, un contadino di nome Gniecio nasconde il bambino ebreo Romek, allontanato dalla famiglia destinata ai campi di sterminio. Il contadino porta Romek nel suo villaggio dove - nonostante sia presentato come un lontano cugino - gli abitanti non tardano a scoprire la verità. Romek è detestato dal figlio più grande di Gniecio, Vladek, e benvoluto dal più piccolo Tolo. Intanto il sacerdote del villaggio, pur rispettando le sue origini ebraiche, decide di insegnare al giovane i rudimenti della religione cattolica convinto che questo sia l'unico modo per salvargli la vita. Poco a poco Romek ed i suoi amici Tolo e Maria sono costretti a fare i conti con la tragica realtà della guerra e della crudeltà dei nazisti.
|
Critica 1: | Sono passati sei decenni dall’orrore della guerra nel cuore dell’Europa e da quello dell’Olocausto, e il cinema negli ultimi anni ha dimostrato di non voler dimenticare. La vita è bella, Train de vie e il sottovalutato L’isola in via degli uccelli ora sono affiancati da L’ultimo treno, film diretto da Yurek Bogayevicz che è tornato nella sua Polonia da Hollywood per realizzare questa testimonianza contro l’orrore. Nell’autunno del 1943 i nazisti marciano su Cracovia. Così una famiglia ebrea affida il figlio Romek a un contadino cattolico che lo trasporta via dalla città in un sacco di patate. Il terrore di essere scoperto, i treni carichi di deportati inviati nei campi di sterminio, le incomprensioni tra cattolici ed ebrei, le crudeltà dell’invasore nazista, la vita in campagna, il rapporto con un prete cattolico e i ragazzini della sua età, sono eventi filtrati attraverso l’occhio di Romek, interpretato da Haley Joel Osment, che dona allo spettatore emozione e dolore. |
Autore critica: | Fabrizio Liberti |
Fonte critica | Film Tv |
Data critica:
| 2002
|
Critica 2: | Il cinema non può certo essere accusato di non aver narrato abbastanza la tragedia dell’Olocausto. Oggi, dopo innumerevoli piccole e grandi storie, universali ed individuali, per riuscire a raggiungere l’attenzione ed il cuore del pubblico, c’è un solo modo: ricorrere a dei buoni interpreti e a delle buone storie. Ne L’ultimo treno i primi ci sono (perlomeno Dafoe ed Osment), ma, in verità, la storia stenta a decollare. Il piccolo ebreo di Cracovia Romek (Haley Joel Osment) deve abbandonare i genitori: i nazisti imperversano (siamo nel 1942) e, per salvarsi, c’è una sola soluzione: affidarsi all’intervento benevolo di un contadino polacco di nome Gniecio (Olaf Linde Lubaszenko), che lo nasconde in un sacco e lo accoglie in famiglia. Romek comincia la sua vita nel villaggio contadino, presentato come figlio di una lontana cugina di Gnieco, ovviamente tacendo la sua origine ebraica: Romek, che ha 11 anni, fa amicizia (e inimicizia) con i suoi coetanei, stringendo un particolare legame con il piccolo figlio di Gniecio, Tolo (Liam Hess), entrando invece in concorrenza con quello maggiore, Vladek (Richard Banel). I ragazzini sono gli spettatori delle crudeltà dei tedeschi nei confronti dei contadini polacchi e, per evadere dalla triste realtà, cominciano un gioco, consigliato loro dal prete locale (Willem Dafoe) nel quale si immedesimano nei ruoli di Cristo e dei discepoli. Il ruolo di Gesù capita al piccolo Tolo che avrà modo di assumere su di sé, infine, l’immenso sacrificio, pur di salvare Romek dalla deportazione, proprio come un piccolo Cristo. Se l’idea di sovrapporre la storia e la simbologia del Vangelo alla realtà della Polonia tormentata dai nazisti è intrigante, il film non sembra reggere completamente a livello drammaturgico.(…) |
Autore critica: | |
Fonte critica: | dvd.it |
Data critica:
|
|
Critica 3: | |
Autore critica: | |
Fonte critica: | |
Data critica:
|
|
Libro da cui e' stato tratto il film |
Titolo libro: | |
Autore libro: | |
|