Angeli perduti - Fallen Angels
Regia: | Kar Wai Wong |
Vietato: | No |
Video: | |
DVD: | BIM |
Genere: | Drammatico |
Tipologia: | Spazio critico |
Eta' consigliata: | Scuole medie superiori |
Soggetto: | Wong Kar Wai |
Sceneggiatura: | Wong Kar Wai |
Fotografia: | Christopher Doyle |
Musiche: | Roel A. Garcia, Frankie Chan |
Montaggio: | Wong Ming Lam, William Chang Suk Ping |
Scenografia: | William Chang Suk Ping |
Costumi: | |
Effetti: | |
Interpreti: | Leon Lai Ming (Killer), Karen Mok (Punkie), Charlie Young (Cherry), Takeshi Kaneshiro (Ho), Chen Man (Lei), Kong To (Hoi), Wu Yur (Ho), Kwan Lee (Na), Chan Fai (Hung) |
Produzione: | Cjem Uo-Cheng, Jet Tone Prod. |
Distribuzione: | Columbia Tristar Film Italia |
Origine: | Hong Kong |
Anno: | 1995 |
Durata:
| 93
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Trama:
| Killer, un tipo spregiudicato e violento alle dipendenze di Agent, dopo aver lavorato 155 giorni nel mondo del crimine con grande successo e lauti compensi, comincia a porsi qualche interrogativo sulla professione, e proprio nel momento in cui il suo "datore di lavoro" - colui che rimette tutto in ordine ad operazione compiuta, cancellando ogni traccia - ha qualche tremore per lo strapotere del suo terribile socio e lo licenzia. In luogo di una lettera di dimissioni, Killer inventa per Agent uno strano messaggio, inciso su un gettone: "Jukebox Song 1818", lasciandoglielo perché venga consegnato nel bar dove di solito si svolgevano i loro criminosi appuntamenti. L'alloggio di Agent è situato in una pensione dove risiede pure uno strano individuo, Ho, reso muto dal lancio di una lattina che gli ha leso le corde vocali, il quale lavora a giorni alterni presso una macelleria e un fast food, ma preferisce fare il barbiere (fuori-orario) occupando con l'aiuto di un grimaldello il negozio di qualche proprietario, quando il padrone se n'è andato, e adattandosi a qualsiasi lavoro per campare. Frattanto Killer insieme a Punkie, vive una folle vita di eccessi e di violenze, alloggiando in una stanza d'albergo, del quale è pure ospite Cherry, una giovane disperata, perennemente al telefono per rintracciare il fidanzato lasciato in un momento difficile. Poiché ora ne avverte spasmodicamente la mancanza, inganna la passione con squallide gratificazioni, non escluso un dubbio "gioco d'amore" con il muto Ho. L'atmosfera frenetica e caotica in cui vive ispira Punkie di far uscire dalla reciproca solitudine Killer e Agent, facendoli incontrare e facendo scaricare tragicamente l'uno sull'altro la reciproca rivalità.
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Critica 1: | Angeli perduti esaspera la forma - il grandangolo è la superstar del subconscio: una lente Cinemascope serve alla distorsione orizzontale pur in una città da leggere verticale - come la sostanza: ne esce un film ingegnoso e affascinante, forse meno ricco del precedente, ma sempre in grado di porre domande essenziali cui a loro volta risponderanno dubbi essenziali. Si tratta di materia di cinema puro: ma ora servono le regole per la conquista del pubblico. Se fosse Hollywood a chiamare, la prossima volta. |
Autore critica: | Maurizio Porro |
Fonte critica | Il Corriere della Sera |
Data critica:
| 4/5/1996
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Critica 2: | Un microcosmo ma senza nessuna intenzione di osservarlo realisticamente. Al contrario, tutto è folle, esagitato, sopra le righe e, soprattutto, affidato a una furibonda tempesta di immagini che, intenzionalmente, snaturano ogni logica, suscitano sensazioni altre, passano dalle cifre drammatiche più convulse - le sparatorie, le corse nella notte - a occasioni fra il paradosso e la beffa che rasentano addirittura il grottesco - i giochi guerrieri di Ho a cavallo del maiale appena ucciso - , esasperando i colori, notturni e diurni, privilegiando un montaggio convulso che raramente consente alla vicenda di sostare, salvo in quei momenti in cui, con meditata perizia, si dà spazio o al dolore esistenziale - Agent, dopo la lettera di abbandono, disperatamente abbracciata al juke-box - o a un delicato, contenuto lirismo, come l'amore sotto la pioggia di Cherry e Ho. Un cinema di forte impatto visivo, perciò, con empiti narrativi da Nouvelle Vague ma, ad ogni pagina, con una originalità stilistica che continua a raccomandare Kar-Wai come uno degli autori più significativi e personali che ci arrivino dall'Oriente. Ne sentiremo riparlare: con successi crescenti. |
Autore critica: | Gian Luigi Rondi |
Fonte critica: | Il Tempo |
Data critica:
| 7/5/1996
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Critica 3: | |
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Data critica:
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Libro da cui e' stato tratto il film |
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