Ritratto di signora - Portrait of a Lady (The)
Regia: | Jane Campion |
Vietato: | No |
Video: | Rcs Films & TV |
DVD: | Universal |
Genere: | Drammatico |
Tipologia: | La condizione femminile, Letteratura americana - 800 |
Eta' consigliata: | Scuole medie superiori |
Soggetto: | Tratto dal romanzo omonimo di Henry James |
Sceneggiatura: | Laura Jones |
Fotografia: | Stuart Dryburgh |
Musiche: | Wojciech Kilar |
Montaggio: | Veronika Jenet |
Scenografia: | Janet Patterson |
Costumi: | |
Effetti: | |
Interpreti: | Shelley Duvall, John Gielgud, Barbara Hershey, Nicole Kidman, John Malkovich, Shelley Winters |
Produzione: | Monty Montgomery, Steve Golin |
Distribuzione: | Uip |
Origine: | Australia |
Anno: | 1995 |
Durata:
| 142'
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Trama:
| Ai primi del '900, la giovane aristocratica americana Isabel Archer, rimasta orfana, vive nella sontuosa dimora inglese dello zio materno, Mister Touchett, insieme al figlio di questi, Ralph, un autentico gentiluomo, intelligente e sensibile, ma di cagionevole salute, del quale diventa amica.Isabel è interessata contemporaneamente a tre pretendenti che chiedono la sua mano, ma rifiuta di scegliere, finché una amica, Madame Merle, con sapienti raggiri e insistenti motivazioni, riesce a convincerla a sposare il presuntuoso Gilbert Osmond, un artista dilettante. Le giornate di Isabel, in apparenza movimentate da ricevimenti, interessi mondani, vita elegante ed invidiabile di donna piena di diversivi piacevoli, si trasformano gradatamente in crudele schiavitù e irrimediabile infelicità. L'infelicità di Isabel è al culmine quando il marito si oppone alla partenza di lei per rivedere l'amato cugino Ralph, ormai in fin di vita. Isabel trova la forza di ribellarsi e di riprendere la propria libertà. Accanto a Ralph la donna scopre che era lui (in brevi momenti di intensa tenerezza) il suo vero amore. Decisa a rimanergli fedele fin oltre la morte, Isabel non fa più ritorno dal tirannico Osmond.
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Critica 1: | Con Lezioni di piano (1993) i giudizi su Jane Campion si divisero. Per la gran parte del pubblico e della critica aveva girato un capolavoro addirittura. Una sparuta ma agguerrita minoranza lo considerava invece un insopportabile fotoromanzo, con momenti cospicui di comicità involontaria. Ora, forse, Ritratto di signora indurrà entrambi i “partiti” a rivedere le loro posizioni. Tratto da “Portrait of a Lady”, pubblicato dall’americano Henry James nel 1880, il film della Campion racconta sei anni della vita d'Isabel Archer (Nicole Kidman, molto brava), che da Albany parte verso l’Europa, ospite degli zii Touchett (Shelley Winters e John Gielgud, perfetto). D’oltre Atlantico la segue il giovane pretendente Caspar Goodwood. In Inghilterra la vorrebbe sposare anche Lord Wordburton, quel che si dice un’ottima “sistemazione”. Senza contare che il cugino Ralph, sofferente di tisi, l’ama a tal punto da convincere il padre a lasciarle in eredità ben 70.000 sterline. Morto lo zio, Isabel si mette in viaggio verso Sud: Firenze, Roma, l’Egitto… La vita la interessa molto più del matrimonio. D’altra parte, irretita dalla perfida M.me Merle (Barbara Hershey), finisce per sposare Osmond (John Malkovich, una volta di più malvagio fino a essere diabolico), americano transfuga a Firenze e attratto dalla sua ricchezza. In ultimo, di nuovo a Londra per l’agonia di Ralph, a Isabel si ripresenta la scelta tra le catene del matrimonio e la libertà. Tornare da Osmond o fuggire approfittando del redivivo Caspar? A differenza del libro, il film non dà risposta: la protagonista guarda verso la platea e sulla sua indecisione Ritratto di signora si chiude. Campion, com’è giusto, interpreta abbastanza fortemente James. La sua Isabel, anche se non del tutto consapevole, è una moderna eroina dell’emancipazione femminile. D’altra parte, l’autrice neozelandese non si ferma a questo tema, che pure le è congeniale. Ambientato negli anni 70 del secolo scorso, il suo film è intriso d’atmosfera nichilistica. Basti ricordare la sequenza in cui Osmond si dichiara a Isabel (intanto, in una luce accecante ma funerea, la macchina da presa “avvolge ”con lo sguardo una parete circolare su cui stanno ossa umane), o quella del gran ballo in un palazzo cadente d’una Roma che sembra malata. C’è insomma, nel film, una capacità notevole di vedere e sentire la morte. E ci sono anche una maturità di sguardo e un distacco dalla narrazione che mancavano all’epoca di Lezioni di piano. È probabile che Ritratto di signora raccolga meno entusiasmi incondizionati, tra i fan di Jane Campion. Ma è anche probabile che susciti meno diffidenza nello sparuto (ma agguerrito) partito avverso. |
Autore critica: | Roberto Escobar |
Fonte critica | Sole 24 Ore |
Data critica:
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Critica 2: | |
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Critica 3: | |
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Libro da cui e' stato tratto il film |
Titolo libro: | Ritratto di signora |
Autore libro: | James Henry |
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