Strada scarlatta (La) - Scarlet Street
Regia: | Fritz Lang |
Vietato: | No |
Video: | Biblioteca Rosta Nuova, visionabile solo in sede - Lineafilm, Skema |
DVD: | |
Genere: | Drammatico |
Tipologia: | Storia del cinema |
Eta' consigliata: | Scuole medie superiori |
Soggetto: | Tratto dal romanzo "La Chienne" di Georges De La Fouchardiere |
Sceneggiatura: | Dudley Nichols |
Fotografia: | Milton R. Krasner |
Musiche: | Hans J. Salter |
Montaggio: | Arthur Hilton |
Scenografia: | Alexander Golitzen |
Costumi: | |
Effetti: | John P. Fulton |
Interpreti: | Jess Barker (Janeway), Joan Bennett (Kitty), Dan Duryea (Johnny Price), Samuel S. Hinds (Charles Pringle), Rosalind Ivan (Adele), Margaret Lindsay (Millie), Arthur Loft (Dellarowe), Edward J. Robinson (Christopher Cross), Vladimir Sokoloff (Pop Lejon) |
Produzione: | Fritz Lang e Walter Wanger per Diana Productions - Universal International |
Distribuzione: | Non reperibile in pellicola |
Origine: | Usa |
Anno: | 1945 |
Durata:
| 102’
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Trama:
| Un integerrimo cassiere di banca, Christopher Cross, tiranneggiato dalla moglie ha un solo passatempo: la pittura. Un giorno, però, incontra sulla sua strada una prostituta, Kitty, che comincia anche lei a sfruttarlo scoprendo che i quadri che il cassiere dipinge possono essere venduti a buon prezzo. Christopher finirà sul lastrico, ossessionato da un delitto per cui è stato condannato ingiustamente il protettore della prostituta.
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Critica 1: | Sposato a una megera, anziano cassiere e pittore dilettante s'innamora di ragazza di dubbia moralità che, spinta dall'amante, gli vende i quadri come se fossero suoi. La uccide, ma è condannato l'altro. Rifacimento di La chienne (1931) di Jean Renoir che era tratto da una pièce di George de la Fouchardière, ma F. Lang, aiutato da un'ottima sceneggiatura di Dudley Nichols, ne ha cavato qualcosa di originale: una storia psicologica con un magico sottofondo da incubo. |
Autore critica: | |
Fonte critica | Il Morandini – Dizionario dei film, Zanichelli |
Data critica:
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Critica 2: | Nell'aprile del 1945 Lang crea la Diana Productions, Inc., di cui fanno parte Walter Wanger (vicepresidente e produttore esecutivo), sua moglie Joan Bennett e Dudley Nichols. Durante l'estate si trasferisce a Beverly Hills, Summitridge Drive, con Lily Latté, la sua nuova compagna, già sposata a un direttore della Tobis Klang-Film che era fuggito con lui dalla Germania. Il primo impegno della Diana è appunto Scarlet Street (La strada scarlatta), ispirato al romanzo La chienne di Georges de La Fouchardière e al dramma omonimo redatto dallo scrittore in collaborazione con Mouézy-Eon. Nel '31 Renoir ne aveva tratto un buon film, con un grande Michel Simon. Lubitsch avrebbe dovuto girare il remake per la Paramount, ma non venne mai a capo della storia, mentre lo sceneggiatore di Lang, il bravo Dudley Nichols, ebbe l'idea di spostare l'azione da Montmartre al quartiere degli artisti di New York, completamente ricostruito in studio. Questa Kitty del Greenwich Village deve fare i conti con il solito Hays e - da prostituta qual era nell'originale francese - diventa una simbolica gattina d'appartamento.
La chiave, come sempre, risiede nei nomi. Il cassiere è un personaggio destinato a soffrire, un santo (Christopher) che porta la sua croce (Cross), come tutti. Per questo Lang sceglie Edward G. Robinson, everyman sperimentato con successo nella Donna del ritratto. Il nostro Chris Cross (crisscross in inglese significa segno di croce, ma anche reticolo, incrocio) si imbatte nella bruna Katherine, soprannominata "Lazy Legs" (Gambe Pigre), cioè incontra la sua legittima trappola. O meglio Christopher crosses Lazy Legs (Cristoforo incrocia Gambe Pigre), dove l'espressione to cross the legs parallelamente indica il valore seduttivo dell'accavallare le gambe. Preso nella rete di un paio di gambe incrociate, il protagonista segue la sorte di Michel Simon e, prima ancora, quella di Emil Jannings nel celebre Der blaue Engel (L'angelo azzurro, 1930) di Joseph von Sternberg.
Il gioco di parole suggerisce non solo che l'uomo è preda della femmina. Vale anche il contrario: Kitty subisce amando le angherie di Johnny e muore per la gelosia di Chris che l'ama. Prince, viziato sfruttatore di donne, sconta al posto di Cross, che tuttavia trascina la sua croce vivendo. Un triangolo classico, eterno, implacabile. Più che una commedia nera, Scarlet Street pare un autentico melodramma.
Tragico e comico, tuttavia, si inseguono. «Prima o poi diventerai pazzo, ti metterai a dipingere donne nude», motteggia Adele. Nel dipinto più interessante di Chris le spire di un serpente gigantesco avvolgono una colonna della sopraelevata, mentre i lampioni proiettano teatralissimi coni di luce sul marciapiede deserto. Il pittore John Decker, amico di Lang, si era ispirato alle opere del "Doganiere" Rousseau, ma il clima è anche quello di un'Opera da tre soldi formato esportazione. Quando il cassiere fruga nel cassettone della moglie, un brutto ritratto dell'ex marito di Adele lo osserva dalla parete con burbera calma. Dopo il primo litigio con Kitty (...), Chris le chiede di sposarlo e Lazy Legs - la parte di lei fornita di senso pratico - gli consiglia invece di sudare al cavalletto. La frustrazione affettivo-sessuale spinge l'ometto a uccidere, come Mr. Hyde, come Becker in M, come sogna di fare Wanley nella Donna del ritratto. Gli impulsi naturali (essere) popolano un universo oscuro e non visti assediano l'esistenza diurna (apparire): questo significa il quadro del serpente. Eppure la sofferenza di Cross - che sublimando raggiunge comunque il bersaglio dell'arte - può mutarsi in un sadico piacere. (...) |
Autore critica: | S. Socci |
Fonte critica: | Fritz Lang, Il Castoro Cinema |
Data critica:
| 1995
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Critica 3: | |
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Data critica:
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Libro da cui e' stato tratto il film |
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