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Blade Runner - Blade Runner

Regia:Ridley Scott
Vietato:No
Video:Warner Bros Home Video e Laserdisc (Vedi versione Director's Cut)
DVD:
Genere:Fantascienza
Tipologia:Storia del cinema
Eta' consigliata:Scuole medie superiori
Soggetto:Philip K. Dick
Sceneggiatura:Hampton Fancher, David Peoples
Fotografia:Jordan Cronenweth
Musiche:Papathaniassou Vangelis
Montaggio:Marsha Nakashima, Terry Rawlins
Scenografia:David Dreyer, Douglas Trumbull, Richard Yuricick
Costumi:
Effetti:David Dreyer, Douglas Trumbull, Richard Yuricick
Interpreti:John Edward Allen Kaiser, Ray Bickel Stunt, Joanna Cassidy Zhora, Carolyn Demirjian Commessa, Harrison Ford Rick Deckard, Leo Gorcey Jr. Secondo barista, Daryl Hannah Pris, Rutger Hauer Roy Batty, Kelly Hine Show Girl, Kimiro Hiroshige Donna cambogiana, James Hong Chew,
Thomas Hutchinson Terzo barista, Brion James Leon, Hiroko Kimuri Seconda geisha, Charles Knapp Primo barista, E. Kostin, Rose Mascari Frequentatore Bar, Jiro Okazaki Primo poliziotto, Edward James Olmos Gaff, Robert Orazaki Maestro Sushi, Morgan Paull Holdend, Hy Pike Taffey Lewis, Steve Pope Secondo poliziotto, Robert Reiter Terzo poliziotto, R. Rendi, Susan Rhee Prima geisha, Williams Sanderson Sebastian, Kevin Thompson Bear, Joe Turkell Tyrell, M. Emmet Walsh Bryant, Kai Wong Primo cinese, Kit Wong Secondo cinese, Sean Young Rachael
Produzione:Michael Deeley e Ivor Powsell per The Ladd Company e Rum Rum Show - Mosfilm (Secondo Gruppo Artistico)
Distribuzione:Warner Bros.
Origine:Usa
Anno:1982
Durata:

117'

Trama:

Rick Deckard vive in una megalopoli ed è un "blade runner", un identificatore e sterminatore di replicanti, esseri umani confezionati per essere utilizzati nelle colonie spaziali. La polizia cerca Deckard, ormai stanco di uccidere e lo trova: è l'unico "blade runner" capace di "ritirare dalla circolazione" i quattro replicanti tipo Nexus 6 tornati clandestinamente sulla Terra a chiedere conto al loro creatore di una vita limitata: quattro anni. Il capitano Bryant minaccia di eliminarlo se non accetta l'incarico. Deckard fa alzare in volo il suo spinner e va da Tyrrel, il geniale creatore di Nexus 6. Il test Voight-Kampff è il solo sistema che permette di distinguere un replicante da un umano: Deckard è uno dei pochi a conoscerlo. Lo usa con Rachael, la segretaria di Tyrrel: è una replicante. La prima preda si chiama Zhora, è bellissima e danza in mezzo ai serpenti in un night club. Dopo una lunga camminata nella notte di una città degradata e sovrappopolata, misera e sgargiante, Deckard scova Zhora, ma lei capisce chi è, lo sorprende e fugge sotto la pioggia battente. Comincia l'inseguimento tra la folla: Zhora corre veloce, Deckard anche. Fin quando lui non prenderà la mira e sparerà con il suo blaster, uccidendola. Eliminata Zhora, Deckard viene attaccato da Leon, un replicante che ha già commesso un omicidio, e sta per essere ucciso quando Rachael spara a Leon salvando così il "blade runner". Tra Rachael e Deckard nasce l'amore. Pris è la terza preda di Deckard che verrà abbattuta nonostante la sua strenua lotta. Non resta ora che Batty, il capo dei replicanti ribelli, il quale dopo aver ucciso Tyrrel si mette in cerca di Deckard per vendicare i suo compagni. La lotta finale è all'ultimo sangue. Deckard, battuto, sta precipitando nel vuoto ma Batty, ormai vicino alla fine, gli tende una mano e lo salva: l'uomo artificiale consegnerà all'uomo vero un messaggio di vita. Deckar e Rachael lasciano la città verso una nuova vita.

Critica 1:Tratto da un romanzo di Philip K. Dick, è il miglior film di SF degli anni '80; dopo Metropolis (1926) di F. Lang nessun film, forse, aveva proposto un'immagine così suggestiva e terribile del futuro come la metropoli multirazziale, modernissima e decadente, ideata dall'artista concettuale Syd Mead e dallo scenografo L.G. Paull (con la fotografia di J. Cronenweth, gli effetti speciali di D. Trumbull, le musiche di Vangelis). A livello tematico può insospettire il suo versante filosofeggiante e il finale, imposto dalla produzione a Scott, è smaccatamente consolatorio, ma il fascino figurativo e la sagace commistione di thriller nero e fantastico sono fuori discussione. Ovviamente i soci dell'Academy che dà gli Oscar non se ne accorsero. Nel 1991 fu rimesso in circolazione in una nuova edizione curata dal regista, eliminando la narrazione fuori campo, con qualche ritocco e un finale diverso, portando la durata a 117 minuti.
Autore critica:
Fonte criticaIl Morandini – Dizionario dei film, Zanichelli
Data critica:



Critica 2:Uno dei più clamorosi film di fantascienza che si siano visti negli ultimi anni, una delle più sgomentevoli profezie sull'imminente medioevo, uno dei frutti più maturi del cinema spettacolare. Insomma un film "più", come direbbero i trombettieri patentati, un'ottima sintesi tra fumetto, narrativa popolare e tecnologia audio-visiva su cui c'è da fare pochissime riserve perché i punti deboli (l'epidermica psicologia, i rintocchi filosofeggianti) sono inerenti al genere quale è ormai codificato sul versante moralistico della letteratura avveniristica.
Prendendo spunto dal romanzo “Il cacciatore di androidi di Philip Dick, ma il titolo originale suonava curiosamente “Gli androidi sognano pecore elettriche?” gli sceneggiatori Hampton Fancher e David Peoples immaginano che nell'anno 2019 l'umanità abbia portato alle estreme conseguenze le pratiche sperimentate nel nostro secolo: le grandi città hanno formato delle megalopoli in cui i ricchi, nei piani alti dei grattacieli, vivono separati dal fiume fangoso della plebe prodotta dalla sovrappopolazione; i potenti sfrecciano a bordo di aeromobili sulla testa dei miseri che, sotto la pioggia, usano ancora gli ombrelli; gli edifici nel Novecento, che costerebbe troppo abbattere, vanno in rovina fra cumuli d'immondizie. Chi se la gode sono i tecnocrati, simbolizzati dal magnate Tyrell, i quali dispongono di creature, i "replicanti", prodotte dall'ingegneria genetica e adibite come schiavi ai servizi spaziali più rischiosi.
Che cosa succede quando alcuni "replicanti", programmati per vivere quattro anni, si ribellano ai loro padroni perché vogliono vivere più a lungo, e sbarcano clandestini a Los Angeles? Succede che la polizia, paladina dell'Ordine, incarica l'ex detective Deckard di individuarli e toglierli di mezzo. Impresa da superfumetto, perché i "replicanti” sono di carne e ossa, in tutto uguali all'uomo e alla donna seppure privi di memoria e di sentimenti, ma in più forniti d'una forza terrificante. E perché Deckard, mentre indaga sui ribaldi, s'innamora d'una Rachael che è anch'essa certamente una creatura artificiale ma forse costruita con un metodo talmente perfezionato da possedere persino la virtù di provare affetti umani. Come non bastasse, interviene il sospetto che qualcuno dei "replicanti" si sia fabbricato dei falsi ricordi, e c'è chi si camuffa da barbona o da donna-serpente per farsi accompagnare dal genetista che potrebbe forse modificare le cellule.
Il più temibile fra i "replicanti", e l'unico superstite dopo che Deckard (con l'aiuto di Rachael) ha eliminato gli altri, è comunque Roy, un biondo Mister Muscolo il quale ha ucciso Tyrell e, ululando come un lupo, finirebbe col far precipitare il suo inseguitore dall'alto d'un grattacielo. Se lo risparmia è perché Roy non ha ottenuto di prolungare la propria vita, e amaramente si chiede a che cosa ormai valga uccidere Deckard. Quest'ultimo dunque l'ha vinta, e l'amore di RachaeI lo premia: ma chissà se la donna è stata programmata per sopravvivere quanto basta a invecchiare con lui nel mondo della Luce...
Il fascino di Blade Runner (il titolo definisce la professione di Deckard con un termine preso in prestito da William Burroughs: si potrebbe tradurre "il corriere della lama") sta nell'apparato decorativo in cui si celebrano le sue cupe nozze fra "science-fiction" e film "nero", nel rincorrersi di episodi mozzafiato, ambientati fra quinte tecnologicamente sofisticatissime e putrescenti, nell'adombrare una storia d'amore in luoghi agghiaccianti. Reduce dal successo di Alien, il regista inglese Ridley Scott lascia che stavolta l'orrore emerga da un'ipotesi pessimistica sul nostro futuro, e riallacciandosi ai classici del thriller e del western con fantasia tetra e barocca accomuna uomini veri e "replicanti" nella paura della morte.
Per eccellenza film d'avventura, Blade Runner è tuttavia uno spettacolo coi fiocchi, nel quale gli effetti speciali dell'équipe di Douglas Trumbull, la musica di Vangelis, l'inventiva scenografica di Lawrence G. Paull, la fotografia di Jordan Cronenweth esaltano fino al delirio la drammaticità di eventi rappresentati da Ridley Scott con uno stile visionario in cui le memorie del cinema degli anni Quaranta si accoppiano ad angosciose premonizioni sul destino che il consumismo prepara all'umanità. La speranza che in un futuro terribile resti spazio alla vita dei sentimenti è uno scotto pagato dal film alla retorica. Conta molto di più l'immagine sordida di questa società degradata, restituita da Scott, nel tragico e nel magico, con una ricerca formale (cui non sono estranei echi dal fumettista Moebius) di grande efficacia emotiva. E molto gli giova l'interpretazione di Harrison Ford, che prestando la propria faccia ordinaria a un eroe modellato sulle stanchezze e le perplessità di Bogart versa una goccia di verosimile nel confronto fra Deckard e i punk "replicanti". Dopo aver fatto le lodi di Sean Young, che conferisce a Rachael la debita carica d'ambiguità, ripetiamo quanto dicemmo dall'ultima mostra di Venezia, dove il film fu presentato fuori concorso. Che quanti diffidano dei colossi hollywoodiani dovrebbero ogni tanto ricredersi. Si danno casi, e questo lo è, in cui il genio di un regista reinventa l'antico racconto poliziesco con una fantasia figurativa che lo fa sembrare tutto nuovo, e ti incolla gli occhi allo schermo.
Autore critica:Giovanni Grazzini
Fonte critica:Corriere della Sera
Data critica:

15/10/1982

Critica 3:
Autore critica:
Fonte critica:
Data critica:



Libro da cui e' stato tratto il film
Titolo libro:Blade Runner
Autore libro:Philip K. Dick

A cura di: Redazione Internet
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