Regia: | Nagisa Oshima |
Vietato: | No |
Video: | Biblioteca Rosta Nuova, visionabile solo in sede |
DVD: | |
Genere: | Drammatico |
Tipologia: | Diritti umani - Esclusione sociale, Le diversità |
Eta' consigliata: | Scuole medie superiori |
Soggetto: | Nagisa Oshima |
Sceneggiatura: | Nagisa Oshima |
Fotografia: | Ko Kawamata |
Musiche: | Rijchiro Manabe |
Montaggio: | Keiichi Uraoka |
Scenografia: | |
Costumi: | |
Effetti: | |
Interpreti: | Junzaburo Ban (Yosematsu), Kamatari Fujiwara (Barasuke Rigattiere), Jun Hamamura (Goro Murata), Kayoko Honooo (Hanako), Masahiko Tsugawa (Shin), Isao Sasaki (Takeshi), Eitaro Ozawa (Agitatore) |
Produzione: | Tomio Ikeda per Shochiku Ofuna |
Distribuzione: | Non reperibile in pellicola |
Origine: | Giappone |
Anno: | 1960 |
Durata:
| 87’
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Trama:
| Siamo nei bassifondi, dove troviamo gente emarginata di ogni tipo: barboni, drogati e senza lavoro. I giovani che vivono in questa realtà periferica sono costretti a donare sangue, coinvolti in un losco traffico.
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Critica 1: | Nel 1945 a Kawasaki, quartiere povero di Osaka, la figlia di uno straccivendolo entra nel mercato nero del sangue umano per trasfusioni e scatena una feroce guerra tra bande criminali. Uno dei tre film girati da Oshima nel 1960 per la Shoshiku. Nella crudele descrizione di un mondo dove vige la legge della giungla s'avvertono gli echi di Bertolt Brecht (L'opera da tre soldi) e di Jean Genet con la santità dei depravati. Il sole (rosso-arancione) che tramonta domina lo schermo. |
Autore critica: | |
Fonte critica | Il Morandini – Dizionario dei film, Zanichelli |
Data critica:
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Critica 2: | L'elegia macabra dei bassifondi incupisce ancor più i suoi accordi, sia pure con l'ammiccamento ai moduli stravolti del cinema di serie B. Cominciano a occhieggiare anche Brecht, quello «da tre soldi» con le sue paradossali favole sulla lotta di classe e sul proletariato "illegale" a caccia di espedienti per scampare all'emarginazione, e Genet, con la sua santità dei depravati. Lo sguardo di O. pare ancor più sogghignante (sul film, mai giunto in occidente, si posson fare solo supposizioni), e insieme perfidamente incollato allo spappolarsi dell'utopia giovanile. A questo processo di disintegrazione di un mito a lungo condiviso e accarezzato O. ammicca con malizia luciferina, come per esorcizzare l'orrore. Aggiungendovi magari - a quanto risulta - l'estrema perfezione tecnica e la bellezza dell'immagine. Ma le ferite restano, e lo dilaniano. Tanto vale mostrarle in tutta la loro gravità e interrogarsi fino in fondo sulla loro origine storica. |
Autore critica: | S. Arecco |
Fonte critica: | Nagisa Oshima, Il Castoro Cinema |
Data critica:
| 1979
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Critica 3: | |
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Data critica:
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Libro da cui e' stato tratto il film |
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