Prigioniero del terrore - Ministry Of Fear
Regia: | Fritz Lang |
Vietato: | No |
Video: | Biblioteca Rosta Nuova, visionabile solo in sede |
DVD: | |
Genere: | Spionaggio |
Tipologia: | Storia del cinema |
Eta' consigliata: | Scuole medie superiori |
Soggetto: | Tratto dal romanzo "Quinta Colonna" di Graham Greene |
Sceneggiatura: | Seton I. Miller |
Fotografia: | Henry Sharp |
Musiche: | Victor Young |
Montaggio: | Archie Marshek |
Scenografia: | Hans T. Dreier, Hal Pereira |
Costumi: | |
Effetti: | |
Interpreti: | Hillary Brooke (Seconda Signora Bellane), Dan Duryea (Travers), Aminta Dyne (Prima Signora Bellane), Carl Esmond (Willi Hilfe), Mary Field (Martha Penteel), Helene Grant (Signora Merrick), Thomas Louden (Newland), Ray Milland (Stephen Neale), Alan Napier (Dottor Forrester), Marjorie Reynolds (Carla Hilfe), Erskine Sanford (Rennit), Percy Waram (Ispettore Prentice) |
Produzione: | Seton I. Miller per Paramount Pictures |
Distribuzione: | Non reperibile in pellicola |
Origine: | Usa |
Anno: | 1943 |
Durata:
| 92’
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Trama:
| Uscito di prigione, l'innocente Stephen Neale viene braccato dalle spie naziste che vogliono un microfilm nascosto in una torta da lui vinta in una fiera di beneficienza.
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Critica 1: | Dal romanzo Ministry of the Fear (Quinta colonna) di Graham Greene: uscito da un manicomio criminale dove ha fatto due anni perché sospettato di aver aiutato la moglie malata a morire, Stephen Neal è coinvolto in un complicato e spaventevole affare di spionaggio. Non piacque né a Greene né a Lang, insoddisfatto della sceneggiatura, ma garbò ai critici. Pur diverso dal romanzo, è un funny and fantastic thriller. Disinteressato alla psicologia, Lang punta soprattutto sull'azione e sulla suspense e sfocia in un giuoco più astratto. "Anche per Lang ci sono i 'divertimenti' e Ministry of the Fear è uno di questi, e dei meglio riusciti..." (Goffredo Fofi). |
Autore critica: | |
Fonte critica | Il Morandini – Dizionario dei film, Zanichelli |
Data critica:
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Critica 2: | Ministry of Fear (Prigioniero del terrore, 1944) - diretto dopo ma distribuito prima della Donna del ritratto - è tratto dal romanzo omonimo di Graham Greene (t.it. Quinta colonna). La Paramount aveva acquistato il libro e il produttore Seton I. Miller lo modificò in modo tale da sconvolgere il regista inducendolo a rinunciare. Il contratto tuttavia era firmato e Lang onorò l'impegno. Realizzato senza molto interesse, Ministry of Fear è un mazzo di elementi langhiani mescolato male. Linizio coniuga il tema del tempo (l'orologio a pendolo) e il momento della rinascita: «Libero! - esclama Stephen - Almeno il primo mese voglio sentirmi urtato e sballottato da un'enorme folla, voglio sentir parlare, ridere, dopo quel tic tac. Un mare di uomini mi riequilibrerà». Pare che il protagonista voglia socializzare, ma la chiromante gli legge la mano e la ruota del destino si mette a girare rivelandosi ben presto dotata di uncini acuminati. La frustrazione di Neale è la stessa di Joe Wheeler e Eddie Taylor. Perseguitato dal prossimo, randagio nella metropoli fredda e ostile, l'eroe purtroppo non ha niente in comune con il brillante Thorndike di Man Hunt. A Londra si gioca una feroce guerra di spie. Posta: la libertà. Neale si ritrova solo nel suo Paese assediato da Hitler, una ragazza coraggiosa gli è accanto, fornendoci una flebile variante del modello Man Hunt: Carla fugge il nazismo, ma è pur sempre un'austriaca. Estraneo in patria, Neale è soccorso da una straniera. Di individui senza terra né famiglia pullula la tradizione della spy story, ma questi due caratteri tratteggiati alla meglio non rendono giustizia al libro di Greene, ai suoi toni realistici e amari. Lang recupera la seduta spiritica e alcuni volti ambigui del Dottor Mabuse, ripropone il tema del doppio (la veggente grassa e matura si trasforma in una donna fatale; il lato buono e quello malvagio dei fratelli Hilfe), pensa all'Hitchcock di The Lady Vanishes (1938) e di Foreign Correspondent (1940), volge in uno scialbo lieto fine la gustosa conclusione della Donna del ritratto, ricamando da artigiano intorno a un MacGuffin inesistente, imbrogliato da Hollywood. |
Autore critica: | S. Socci |
Fonte critica: | Fritz Lang, Il Castoro Cinema |
Data critica:
| 1995
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Critica 3: | |
Autore critica: | |
Fonte critica: | |
Data critica:
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Libro da cui e' stato tratto il film |
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