A morte Hollywood! - Cecil B. Demented
Regia: | John Waters |
Vietato: | 14 |
Video: | Elle U |
DVD: | Play Press |
Genere: | Commedia |
Tipologia: | Spazio critico |
Eta' consigliata: | Scuole medie superiori |
Soggetto: | John Waters |
Sceneggiatura: | John Waters |
Fotografia: | Robert Stevens |
Musiche: | Moby, Basil Poledouris, Zoe Poledouris |
Montaggio: | Jeffrey Wolf |
Scenografia: | Vincent Peranio |
Costumi: | Van Smith |
Effetti: | David Blitstein |
Interpreti: | Stephen Dorff (Cecil B. Demented), Melanie Griffith (Honey Whitlock), Eric M. Barry (Fidget), Harriet Dodge (Dinah), Larry Gilliard Jr. (Lewis), Adrien Grenier (Lyle), Maggie Gyllenhaal (Raven), Jack Noseworthy (Rodney), Erika Lynn Rupli (Pam), Michael Shannon (Petie), Alicia Witt (Cherish) |
Produzione: | Polar Entertainment |
Distribuzione: | Bim |
Origine: | Usa |
Anno: | 2000 |
Durata:
| 84’
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Trama:
| Il regista Cecil B. DeMented e la sua pazza troupe, gli Sprocket Holes (I Perforati d'Acciaio), sono considerati i terroristi del cinema per i loro film girati in modo non convenzionale e per i temi che portano sullo schermo. Per realizzare il suo ultimo film Cecil decide di rapire la star di Hollywood Honey Whitlock, considerata una "diva capricciosa" e la costringe a recitare per lui nel suo film underground . Questa esperienza porterà l'attrice ad interpretare il miglior ruolo della sua carriera e a diventare un soldato convinto nella guerra contro il cinema scadente.
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Critica 1: | Dogmatici di destra e di sinistra attenti a John Waters, lo spirito demenziale di Baltimora che è sceso in campo per conquistare l'intero mercato estivo con Cecil B. Demented ribattezzato A morte Hollywood. Franchi francesi dietro questo ultimo film estremo di un regista estremamente politico, che ha diretto un attacco ai magri e ai razzisti in Grasso è bello, capolavoro del 1988, trasformato la casalinga americana in una Serial mom ('94), e messo alla berlina gli artisti di moda in Pecker ('98). Forrest Gump, Star Wars, Scream, Star Trek... tutti titoli presi di mira dalle "brigate-underground", che giurano morte a Hollywood e si armano contro lo star-system, capitanate da Cecil B. Demented (Stephen Dorff), giovane fanatico regista che conia rap inneggianti a se stesso, marchia la sua troupe a fuoco col suo nome e impone regole ferree, tipo "filmare la realtà in tempo reale"... Waters scatena la sua ironia contro i due fronti, Hollywood e i dogmatici, che hanno tatuati sul corpo i nomi dei registi cult: Kenneth Anger, Otto Preminger, Herschell Gordon Lewis, Russ Meyer... Procedimento godardiano e ritmo umoristico che si avvita intorno ai guerriglieri del cinema puro e nelle mille gag irresistibili per i cinéphiles. La commedia intitolata al pioniere del kolossal, Cecil, racconta della star Honey Whitlock/Melanie Griffith, scocciata, capricciosa e integrata nel "sistema", che verrà rapita dai terroristi della macchina da presa. L'azione si svolge a Baltimora, naturalmente, la "Hollywood dell'est", durante l'anteprima di Some kind of happiness (Un certo tipo di felicità), ultimo melenso lavoro della diva. Nel cinema affollato, la banda irrompe, spara, lancia bombe a mano e preleva la recalcitrante Honey. Ma come accadde a Patricia Hearst, che nel film fa una piccola parte, la diva finirà per sposare la causa dei suoi sequestratari, destinati alla stessa disfatta dei simbionesi, bruciati vivi dall’FBI. La figlia del magnate della stampa si convinse a imbracciare il mitra dopo le orrende dichiarazioni dei parenti, e anche Honey, che la troupe ha trasformato in valley-girl ossigenata, trucco pesante, abiti all'ultimo grido (d'orrore), si decide a odiare Hollywood per gli stessi motivi. "E' sempre stata una scema, una puttana, un'attrice-cagna"... commentano i critici intervistati sul rapimento. E Melanie va all'attacco con tutta la sua vibrante fragilità e proclama guerra spietata agli oppressori dell'immaginario. Incursione in un party a base di ostriche della Film Commission di Baltimora, decisa a girare il sequel di Forrest Gump, e incursione sul set dove un attore siede su una panchina con in mano un vassoietto di plastica. "La vita è come una scatola di polpette di gamberi" dice rivolto a una cicciona nera che gli si è seduta accanto. L'intera gang di "figli di Satana" è degna di Waters, che si diverte a rendere omaggio a se stesso, il John B. Demented per eccellenza. Finale selvaggio, grottesco, tragico. Honey Whitlock, tra i corpi dei caduti sotto il fuoco della polizia, compie l'ultimo gesto sacrificale alla "visione perduta" del cinema. Si dà fuoco ai capelli biondi sotto gli occhi degli spettatori in un drive-in. Brucia Melanie Griffith per ricordare i simbionesi, che volevano cambiare il mondo. O almeno i telegiornali |
Autore critica: | Mariuccia Ciotta |
Fonte critica | Il Manifesto |
Data critica:
| 30/6/2001
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Critica 2: | Il "vecchio" John Waters, per anni maestro indiscusso del cattivo gusto, non smette di ruggire e mette in scena la metafora della sua attività di terrorista di Holliwood. Qui il protagonista è Cecil B. DeMented (cacofonico richiamo al celebre Cecil B. DeMille), un filmaker underground che mette in atto il rapimento di una celebre star viziata durante l'anteprima del suo film a Baltimora. Con l'aiuto di un manipolo di cinematografari e attori che definisce "emulsioni scadute", Cecil rapisce Honey Whitlock e poco a poco la convince a partecipare al suo film, una continua irruzione terroristica volta a sabotare le icone e i rappresentanti del cinema commerciale, anche a costo della vita stessa. Un cinema della realtà che si batte contro quello melenso e soporifero veicolato da film come Patch Adams e Forrest Gump, sonoramente sbertucciati. Divertente e con battute talvolta geniali, Waters parla di sé e della sua storia di guerrigliero del cinema che, con l'aiuto di compagni di strada come Divine, ha messo a dura prova il bigotto "way of life" propinato da Hollywood. Solo che alla metafora preferiamo gli originali in "odorama", con i loro indimenticabili e rivoltanti freak. |
Autore critica: | Fabrizio Liberti |
Fonte critica: | Film TV |
Data critica:
| 10/7/2001
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Critica 3: | |
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Data critica:
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Libro da cui e' stato tratto il film |
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