Mad City - Assalto alla notizia - Mad City
Regia: | Constantin Costa-Gavras |
Vietato: | No |
Video: | Warner Home Video |
DVD: | |
Genere: | Drammatico |
Tipologia: | Mass media |
Eta' consigliata: | Scuole medie superiori |
Soggetto: | Tom Matthews, Eric Williams |
Sceneggiatura: | Tom Matthews |
Fotografia: | Patrick Blossier |
Musiche: | Thomas Newman |
Montaggio: | Francoise Bonnot |
Scenografia: | Catherine Hardwicke |
Costumi: | |
Effetti: | |
Interpreti: | Alan Alda (Kevin Hollander), William Atherton (Dohlen), Raymond J. Barry (Dobbins), Akosua Busia (Diane), Blythe Danner (Signora Banks), Dustin Hoffman (Max Brackett), Lucinda Jenney (Jenny), Mia Kirshner (Laurie Callahan), Tammy Lauren (Miss Rose), Ted Levine (Lemke), William O'Leary (Ctn Junior Executive), Robert Prosky (Lou Potts), Ebbe Roe Smith (Bartholomew), John Travolta (Sam Baily) |
Produzione: | Warner Bros. - Arnold Kopelson - Punch Productions |
Distribuzione: | Warner Bros. |
Origine: | Usa |
Anno: | 1997 |
Durata:
| 115’
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Trama:
| Max Brackett, giornalista televisivo di valore, si è rifiutato di mostrare i corpi dilaniati delle vittime di un incidente aereo e il suo capo Kevin lo ha dirottato dalla rete nazionale ad una stazione locale a Madeline, in California. Una mattina, Max e la sua assistente Laurie si recano al museo di storia naturale per intervistare la direttrice signora Banks. Vi arrivano proprio quando Sam, un uomo impiegato al museo ed appena licenziato per tagli al budget, è tornato sul posto per chiedere alla signora la revoca del licenziamento, in nome della moglie e dei due figli. Ma la signora è irremovibile e allora Sam all'improvviso tira fuori una pistola. Nascosto nel bagno, Max vede la scena e capisce che, se gioca bene le sue carte, questa potrebbe essere l'occasione che aspettava per rientrare nel grande giro. Comincia a raccontare quello che succede, e la diretta va sulla rete nazionale. Poi Max e Sam finiscono col conoscersi e, a poco a poco, per capire ciò che prima li ha divisi e ora li unisce. Da New York infatti arriva Kevin, che decide di impadronirsi della storia e di raccontarla alla sua maniera per far salire gli indici di ascolto. La tensione sale e, infine, Sam decide di arrendersi. Allora fa uscire prima i bambini di una scolaresca tenuti sotto minaccia, poi invita Max ad andare via, infine esce lui stesso. Sulla scala cerca di spararsi ma la dinamite lasciata all'interno esplode, facendo saltare tutto in aria. Da lontano Max commenta: "Siamo stati noi, lo abbiamo ucciso noi".
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Critica 1: | Si ride amarissimo nella pazza città di Costantin Costa Gravas in Mad City - assalto alla notizia. Anche questa volta Costa Gravas sceglie un tema forte: non solo il potere manipolante della televisione, ma anche quello della disoccupazione, dopo aver affrontato l'ingerenza Usa nei governi stranieri, l'olocausto, i desaparecidos, il fascismo della provincia americana, da Z, l'orgia del potere a Missing a Music box a Betrayed . Ne fa una versione ben ritmata, divertente e popolare e poi si esce dalla sala con una sensazione di malinconia. E' l'effetto del racconto morale a cui il regista tende utilizzando star come Dustin Hoffman e John Travolta, elementi ed accessori del cinema americano, lavorando sulle sottigliezze, sull'umorismo che nasce da come il pubblico reagisce allo stereotipo. (....) La frenesia della televisione che crea e distrugge non è raccontata in modo affannoso ma disteso. Si parla delle tecniche della televisione, ma il film, ci si accorge, lavora su un altro piano, quello della disoccupazione, spettro che avanza nelle società capitalistiche e sulla mutazione dei lavoratori che in certi settori è costretta a diventare sempre più feroce per mantenere le sue posizioni. Nel film, tutti subiscono una sorta di mutazione mostruosa, una malattia catodica: direttori di rete, anchormen, reporter e pubblico intorno. Le telecamere sono assemblate come fucili di precisione, si cerca di fare in modo che Sam si arrenda in prima serata... |
Autore critica: | Silvana Silvestri |
Fonte critica | il Manifesto |
Data critica:
| 6/2/1998
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Critica 2: | Di fronte a film come Mad City è facile avere la sensazione di già visto perchè tanto per cambiare mette sotto accusa la protervia dei moderni mass media. E indubbiamente il telereporter Dustin Hoffman, pronto ad approfittare dello sfortunato colpo di testa della guardia giurata John Travolta, é un lontano epigone di Kirk Douglas, il giornalista che nell'ormai classico Asso nella manica lasciava morire un poveretto pur di assicurarsi uno scoop. Da allora il tema é stato ripreso a Hollywood un tale numero di volte che solo a elencare i titoli non basterebbe lo spazio: cosicché ad alcuni é venuto spontaneo chiedersi si sentiva l'esigenza di un'altra pellicola del genere; e se il regista Costa-Gavras vale un Billy Wilder d'annata. Sono domande un po' semplicistiche e brutali, peraltro autorizzate dal deludente riscontro di pubblico e di critica nell'uscita americana: un botteghino di dieci milioni di dollari per un film che vanta la presenza di due divi di calibro e la firma di un cineasta impegnato equivale in pratica allo zero. E i recensori hanno fatto la loro parte, sottolineando le lacune del film, prima fra tutte la scarsa spettacolarizzazione: nel senso di non aver spinto più a fondo il pedale del melò e di non aver offerto migliori opportunità agli attori. (...) Anche se per merito degli interpreti, i protagonisti risultano efficaci, non hanno torto i critici Usa nel rilevare un certo schematismo nel disegno dei personaggi. Tuttavia, il nostro consiglio é di non sottovalutare Mad City. Nell'impeccabile regia di Costa-Gavras è un film di qualità brechtiana per la chiarezza con cui smonta e rimonta i meccanismi mistificatori della notizia; e un altro pregio é di evidenziare attraverso il contorno (i giovani dirigenti squaletti del network, la praticante finta ingenua e carognona, la disponibilità di chiunque ad apparire o per soldi o per vanità davanti alla telecamera), il fatto che ormai non si tratta di dare la colpa a questo o a quello: sul banco degli imputati nell'attuale civiltà dell'informazione-spettacolo sediamo,ahinoi, un po’ tutti. |
Autore critica: | Alessandra Levantesi |
Fonte critica: | La Stampa |
Data critica:
| 6/2/1998
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Critica 3: | Modesta proposta dopo aver visto Mad city - Assalto alla notizia: vogliamo abolire i sondaggi in tutto il mondo condizionato dalla TV ? Visto che ormai il giudizio di qualsiasi cosa passa attraverso l'indice di gradimento, sottoposto a isteriche oscillazioni e perenne fonte di sconcertanti voltafaccia ( rischiosi in politica e in cronaca, ignobili nel privato ) perché non rinunciare a questo schermo deformato della pubblica opinione ? Agli americani il film di Costa - Gavras non è piaciuto per niente, come quasi tutti quelli che affondano il bisturi della cronaca nel costume del Paese di Dio. Da Asso nella manica di Billy Wilder a Sugarland Express di Spilberg. Mad city non può certo competere con questi capolavori, ai quali si ispira lo sceneggiatore Tom Matthews, ma è un film girato con bella competenza, recitato alla grande e che induce a riflettere. (...) Per fortuna Dustin Hoffman è in grado di far diventare sottili e raffinate perfino le grossolanità dei copioni che gli affidano. |
Autore critica: | Tullio Kezich |
Fonte critica: | Corriere della Sera |
Data critica:
| 6/2/1998
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Libro da cui e' stato tratto il film |
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