Powaqqatsi - Powaqqatsi
Regia: | Godfrey Reggio |
Vietato: | No |
Video: | Eurovideo |
DVD: | |
Genere: | Documentario |
Tipologia: | Natura e ambiente |
Eta' consigliata: | Scuole medie inferiori; Scuole medie superiori |
Soggetto: | Godfrey Reggio, Ken Richards |
Sceneggiatura: | Godfrey Reggio, Ken Richards |
Fotografia: | Graham Berry, Leonidas Zourmidous |
Musiche: | Philip Glass |
Montaggio: | Iris Cahn, Miroslav Janek, Alton Walpole |
Scenografia: | |
Costumi: | |
Effetti: | |
Interpreti: | David Brinkley, Cheryl Tiegs |
Produzione: | Institute for Regional Education Santa Fe |
Distribuzione: | Cineteca del Friuli |
Origine: | Usa |
Anno: | 1988 |
Durata:
| 99'
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Trama:
| Regista ed autore delle musiche, seguendo il loro particolare filo conduttore, in questo film concentrano tutta la loro attenzione sul lavoro dell'uomo, sull'opulenza dell'occidente e le inutili fatiche del terzo mondo, dopo aver affrontato la contrapposizione tra la natura e il lavoro dell'uomo in Koyaanisqatsi.
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Critica 1: | (…) secondo film di Godfrey Reggio questa volta dedicato allla vita in trasformazione tra povertà e spiritualità. Anche questo con la musica di Philip Glass che contribuisce a mantenere sempre vivo ed interessante il percorso visivo, sottolineando brillantemente le varie fasi del film. |
Autore critica: | |
Fonte critica | |
Data critica:
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Critica 2: | Powaqqatsi è la seconda parte di una prevista trilogia di film di Godfrey Reggio che derivano il loro titolo dal linguaggio degli indiani Hopi. Nel 1983 il suo Koyaanisqatsi affrontava principalmente il degrado ambientale delle città industriali americane. Il suo secondo film, il cui titolo si riferisce allo stregone indiano e a "quatsi" che significa vita, focalizza la fonte attiva di disarmonia e perversione nella vita umana e lancia uno sguardo al terzo mondo principale vittima di questa situazione. La sequenza iniziale è dedicata a un gruppo di africani stremati dallo spostare immensi sacchi di impalpabile polvere grigia. Le sequenze successive si spostano dall'Asia, all'India, al medio Oriente, al Sud America in un contraddittorio e polemico alternarsi di immagini col "primo mondo", in particolare Parigi e Berlino.
La colonna sonora di Philip Glass è più ricca e varia di quella di Koyaanisqatsi ed è il risultato di una ricerca sulla musica brasiliana, peruviana ed africana. Glass usa strumenti indigeni e voci e inserisce anche effetti sonori naturali: il rumore delle cascate, il fischio di una locomotiva. La particolarità della colonna sonora consiste nel fatto di sottolineare l'utopico concetto della "cultura globale". |
Autore critica: | Ben Gibson |
Fonte critica: | Monthtly Film Bulletin, 655 |
Data critica:
| 8/1988
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Critica 3: | Il ritmo scandito del lavoro nei campi.
Ombre danzanti su un campo di grano divengono aliti di vento che accarezzano dei prati di erba, che a loro volta mutano in uno specchio di acqua di mare, che riflette placidamente tra le proprie maglie la luce del sole.
Integrazione dell'uomo con l'ambiente, solidarieta' "effettive" tra persone in un contesto ambientale che detta loro regole non scritte, riunioni semplici, spontanee, che divengono tradizioni ed usanze di un popolo. Non c'e' affettazione, c'e' partecipazione.
Strutture abitative elaborate, che seguono quasi le parole di W.Blake/
'The Tyger':
"Tyger ! Tyger! Burning bright
In the forests of the night,
What immortal hand or eye
Could frame thy fearful symmetry?"
Occhi di bambini che assistono alle meraviglie della natura, con una strana forma di timore misto a stupore, nella parabola discendente del sole che tramonta e degli uccelli che si allontanano via, come se sentissero od avvertissero i prodromi del cambiamento.
Un treno irrompe nella scena, mostrando l'impeto dell'ossessiva ripetizione del suo 'cammino', panoramiche dall'alto di una citta' evidenziano solo l'ombra della bellezza della disposizione delle primitive costruzioni, una panoramica laterale non fa altro che evidenziare la ripetitivita' e la freddezza delle costruzioni moderne. Abitazioni, scatole svuotate di tutto se non riempite solo di oggetti.
Solidarieta' "affettive" si contrappongono a quelle effettive, delle persone si trovano in mezzo ai fantasmi dei pedoni che continuano a portare oggetti nelle proprie abitazioni/scatole. Le solidarieta' "affettive" creano gruppi sempre piu' contrapposti. Scontri, violenza.
Un bambino osserva ipnotizzato delle insegne al neon accese come stelle nella notte. Il cielo e l'orizzonte sono scomparsi, sostituiti dai mille dettagli della citta'.
Fuoco, fiamme, nella piu' assoluta mancanza di rispetto verso la natura e le persone si forgia un'era dove la speranza e' un fido legato alle carte Visa/Mastercard. |
Autore critica: | |
Fonte critica: | centraldocinema.it |
Data critica:
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Libro da cui e' stato tratto il film |
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