Dracula -
Regia: | Tod Browning |
Vietato: | No |
Video: | Pantmedia, Mondadori Video, Cic Video |
DVD: | |
Genere: | Horror |
Tipologia: | Storia del cinema |
Eta' consigliata: | Scuole medie superiori |
Soggetto: | Hamilton Dean e John Balderston |
Sceneggiatura: | John L. Balderston, Garrett Fort, Dudley Murphy, Bram Stoker |
Fotografia: | Karl Freund |
Musiche: | |
Montaggio: | |
Scenografia: | |
Costumi: | |
Effetti: | |
Interpreti: | |
Produzione: | Helen Chandler Mina, Dwight Frye Renfield, Bela Lugosi Conte Dracula, David Manners John Harker, Edward Van Sloan Prof. Van Helsing
Produzione Universal (Carl Laemmle Jr.) |
Distribuzione: | Cineteca Del Friuli - Cineteca Griffith |
Origine: | Usa |
Anno: | 1931 |
Durata:
| 85'
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Trama:
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Critica 1: | Se si toglie Nosferatu (1922), capolavoro muto di F.W. Murnau, è il 1° film ispirato al romanzo (1897) di Bram Stoker di cui però usa l'adattamento teatrale (1931) di Hamilton Dean e John Balderston e sulla distanza l'origine del palcoscenico si fa sentire negativamente. Suggestiva fotografia di Karl Freund e imponente, teatraleggiante interpretazione di B. Lugosi. Visto oggi appare piuttosto ingenuo, ma il fascino del suo impianto scenico permane. Insieme con Frankenstein, dello stesso anno, fu per l'Universal l'inizio di un predominio nel campo del cinema terrificante e sensazionale. Verso la fine degli anni '50 il suo posto fu preso dalla britannica Hammer. |
Autore critica: | |
Fonte critica | Il Morandini - Dizionario dei film, Zanichelli |
Data critica:
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Critica 2: | Nessuno dei film per i quali lavorarono Browning e Chaney ha molta circolazione in questo periodo, quando quasi tutti i “muti", tranne le comiche, sono stati dimenticati. Di conseguenza anche i cineamatori più appassionati ricordano probabilmente Browning soprattutto come l'autore di Dracula e di Freaks, da lui diretti dopo la morte del suo attore preferito e l'avvento del sonoro. Chaney avrebbe dovuto interpretare il primo che venne distribuito il giorno di San Valentino con lo slogan "La più strana di tutte le storie d'amore” ma era morto di cancro prima che iniziasse la lavorazione.
La realizzazione di Dracula sullo schermo americano non fu dunque, come avrebbe dovuto essere, il supremo trionfo di Chaney, ma l'inizio della carriera di Bela Lugosi come mostro numero uno (accanto a Boris Karloff) dell'epoca della Grande Crisi. Di fatto è il nome di Lugosi, più che quello di Browning, che associamo automaticamente a questo classico dell'orrore, anche se il voivoda vampiro di Bram Stocker turba le nostre fantasie più di qualsiasi attore che lo abbia impersonato - da Max Schreck, il protagonista di Nosferatu, che precedette la versione di Browning, a Christopher Lee, l'attore più famoso nei cento e oltre rifacimenti recenti del tema.
Infatti, non c'é Dracula cinematografico che funzioni bene quanto il libro - nemmeno quello di Browning, malgrado alcuni momenti effìcaci, soprattutto le sequenze iniziali e la conturbante riunione delle mogli di Dracula. E' troppo legato infatti ad una versione teatrale irrimediabilmente statica, e contiene poco di ciò che più tipicamente appartiene al regista in termini di linguaggio cinematografico, di toni e di temi. Non c'é un forzuto, né un travestito, né un ambiente di circo o di luna-park - soprattutto non ci sono freaks, ma soltanto mostri che non sono esattamente la stessa cosa.
Il debutto cinematografico di Dracula avvenne nel 1922, l'anno di Nosferatu. Poi nel 1927 a Londra andò in scena con gran successo una versione teatrale del romanzo di Stoker, che qualche mese più tardi passò a New York. L'interprete dell'adattamento teatrale fu lo stesso Bela Lugosi, successivamente protagonista della più nota versione cinematografica di Browning. Non mancarono perplessità e trepidazioni su come il pubblico-americano avrebbe accolto un vero film di vampiri, ma furono vane: Dracula fu uno dei grandi successi dell'anno.
Rivisto oggi, il film conserva meno forza d'impatto di quanto non faccia Frankenstein, forse perché il regista di questo film, James Whale, aveva avuto la fortuna di non dover ricorrere alla falsariga di un successo di Broadway, ed era risalito alla fonte originale, concependo direttamente la sua opera per lo strumento cinematografico. Invece Browning seguì da vicino la traccia della commedia, che aveva già riscosso tanto favore presso il pubblico: il suo Dracula, di conseguenza, è un lavoro di impianto fondamentalmente teatrale, in cui la maggior parte dell'azione ha luogo nel sanatorio del dottor Seward, a Londra. La scena iniziale al castello di Dracula e quella del viaggio per mare in Inghilterra, ripresa prevalentemente con il teleobiettivo, rappresentano gli unici momenti d'allentamento del senso di generale claustrofobia che l'opera ispira.
Gli autori della riduzione teatrale avevano alquanto allungato e semplificato il romanzo di Stoker, e Browning decise di adottare an-ch’egli quelle diluizioni e quelle semplificazioni, la principale del-le quali consiste nella riduzione di Harker e di Mina, eroe ed eroina dell'originale, da partecipanti attivi e vitali alla lotta contro Dracula a pura funzione di interludio sentimentale, e quindi a personaggi passivi e poco interessanti. Come l'aveva ideata Stoker, Mina era un personaggio la cui forza e la cui determinazione crescevano du-rante la lunga lotta con il vampiro, ed è ancora più sorprendente, per- chi conosca la storia solo attraverso il cinema, il fatto che, nell'o-riginale, fosse Harker, e non il vecchio e saggio Van Helsing, ad eli-minare alla fine il vampiro e la sua stirpe.
Nonostante questi limiti, la maggior parte delle scene ambientate al castello e nei dintorni sono veramente affascinanti, e la spettrale corsa in carrozza di Renfield è ben fotografata (da Karl Freund, uno dei grandi operatori di Hollywood). La stessa grande dimora è proprio come deve essere: lussuosamente gotica, con miglia e miglia di corridoi scuri, arazzi ammuffiti ed onnipresenti ragnatele; tutta una buia tetraggine, in cui Dracula e le sue belle vampirizzate si muovono con sobri passi da funerale.
L'interpretazione di Lugosi fu tale da guadagnargli non solo la fama, ma anche l'immortalità. Il suo stile teatrale, i suoi scintillanti occhi magiari, la sua faccia da lupo ed il suo accento ungherese ne facevano a priori il Dracula ideale, nonché l'unico attore in grado di creare un’ interessante alternativa al modello di mostro grottesco creato da Chaney e da Karloff. Infatti, senza voler togliere nulla alla grande validità di Nosferatu, Max Schreck nella parte del vampiro è una così perfetta incarnazione dell'orrore e del Male da divehtare irreale, quasi una Malignità mostruosa che si può trovare solo tra le creature che stridono e strisciano nel buio. All'estremo opposto Christopher Lee appare il più delle volte come un inquieto e affascinante antieroe byroniano; sebbene egli diventi stupendamente drammatico quando si risveglia la sua sete di sangue, resta tuttavia "fisico" più che "cerebrale" in un milieu più mondano che occulto. Lugosi, dal canto suo, è malvagio ma elegante, un alieno ultraterreno ma non del tutto staccato dall'attività umana. I suoi occhi profondi rispecchiano sia l'agonia che l'estasi del vampirismo. Il suo modo di parlare con voce lenta ed equilibrata, resa esotica dall'accento ungherese, è il modo in cui ci si aspetta che parli Dracula. Nonostante il loro indiscusso talento Schreck e Lee raggiungevano i loro risultati più spaventosi grazie al trucco e agli effetti speciali. Lugosi usava il suo corpo e il suo volto inimitabile per raggiungere gli stessi risultati - un volto che poteva essere malvagiamente satanico ma abbastanza flessibile per esprimere il senso di solitudine e di dignità.
Da quel momento in poi, Lugosi apparve in film dell’orrore di livello sempre più basso: il grande successo ottenuto nella parte del conte Dracula aveva fatto di lui uno stereotipo; le prime parole che egli pronuncia nel film, quando Renfield arriva al castello: “Io sono Dra-cula. Benvenuto", costituiscono sia la frase che lo rese celebre, sia artisticamente, il suo epitaffio. |
Autore critica: | |
Fonte critica: | Da Freaks, Materiale n.1 rassegna cinematografica Filmstudio – Cinema Cavour |
Data critica:
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Critica 3: | |
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Libro da cui e' stato tratto il film |
Titolo libro: | Dracula |
Autore libro: | Stoker Bram |
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