Terra trema (La) -
Regia: | Luchino Visconti |
Vietato: | No |
Video: | Domovideo, Mondadori Video, Videogram |
DVD: | Hobby & Work |
Genere: | Drammatico |
Tipologia: | Il lavoro, Letteratura italiana - 800, Storia del cinema |
Eta' consigliata: | Scuole medie superiori |
Soggetto: | Luchino Visconti, liberamente ispirato al romanzo "I Malavoglia" di Giovanni Verga |
Sceneggiatura: | Antonio Pietrangeli, Luchino Visconti |
Fotografia: | G.R.Aldo |
Musiche: | Willy Ferrero |
Montaggio: | Mario Serandrei |
Scenografia: | |
Costumi: | |
Effetti: | |
Interpreti: | Luchino Visconti, Antonio Pietrangeli (voci narranti), Antonio Arcidiacono, Giuseppe Arcidiacono, Nicola Castorina, Rosa Catalano, Rosa Costanzo, Alfio Fichera, Rosario Galvagno |
Produzione: | Salvo D'Angelo per la Universalia |
Distribuzione: | Cineteca dell'Aquila - Immagine |
Origine: | Italia |
Anno: | 1948 |
Durata:
| 160'
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Trama:
| Liberamente ispirato a "I Malavoglia" (1881) di Giovanni Verga e concepito come la prima parte (l'episodio del mare) di una trilogia sui lavoratori siciliani, è l'ambizioso affresco narrativo delle lotte e delle sconfitte di 'Ntoni Valastro e della sua famiglia di pescatori di Aci Trezza (CT) per liberarsi dallo sfruttamento dei grossisti di pesce.
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Critica 1: | Opera di fascino indiscutibile, ma anche esemplare dell'interno dissidio viscontiano tra raffinato decadentismo e marxismo programmatico, tensione romanzesca e aristocratica contemplazione. Un frutto del decadentismo è l'uso del dialetto nell'edizione originale, parlata dagli interpreti, veri pescatori locali, in stretto siciliano di Aci Trezza (poco accessibile persino ai siciliani di altre zone) e poi sostituita da un'altra doppiata in un dialetto più comprensibile. Sin d'ora L. Visconti sfugge al populismo punta al romanzo, ma guarda ai personaggi con un distacco che non si lascia commuovere. |
Autore critica: | |
Fonte critica | Il Morandini - Dizionario dei film, Zanichelli |
Data critica:
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Critica 2: | “In principio” ricorda Rosi, che fu assistente alla regia “Visconti aveva intenzione di fare non uno, ma tre film; anzi, diceva, tre documentari: uno sui pescatori, uno sui contadini e uno sui minatori... Tutti e tre, aspetti diversi della stessa lotta di esclusi contro le avversità degli uomini e delle cose.” Il titolo generale avrebbe dovuto essere La terra trema, seguito, film per film, dall'indicazione dell'episodio. Questo fu (e rimase l'unico) l'episodio del mare.
La terra trema deriva da I Malavoglia di Giovanni Verga, ma del romanzo qui non si fa cenno. Per quanto l'azione corrisponda nel disegno generale (in molti episodi e nella sostanza stessa dei dialoghi al testo verghiano (che è uno dei capolavori narrativa naturalistica europea), Visconti è persuaso che il suo debito verso lo scrittore sia meno importante di quello contratto con i pescatori che gli fornirono la loro “vita” per costruire il film. Si vuole ribaltare il consueto rapporto fra la materia del racconto e i suoi interpreti, chiamati ad essere non soltanto protagonisti ma anche creatori della storia. Fu una illusione e una sfida alle leggi della rappresentazione. E fu il nucleo di una contraddizione insanabile: i presunti interpreti-creatori non poterono che “creare” se stessi e la loro storia dentro l'universo di un autore il quale, nel momento stesso in cui si metteva umilmente al loro servizio, imponeva con forza la propria personalità. Il distacco del tempo consente ora di comprendere i motivi (utopistici e intellettualistici) della contraddizione, e di illuminare le tendenze profonde che - partendo da qui più che da Ossessione (1943) - avrebbero guidato l'evoluzione del cinema viscontiano.
La famiglia dei pescatori Valastro lavora come tutti, ad Aci Trezza (Catania), in una sorta di limbo economico: formalmente sono piccoli imprenditori, sostanzialmente sono dipendenti senza alcun diritto dei grossisti che comprano il loro pesce. Ntoni, il giovane che ha la responsabilità della famiglia (il nonno, la madre, tre fratelli e tre sorelle), si ribella allo sfruttamento. Convince i suoi a ipotecare la casa (la “casa del nespolo” del romanzo verghiano) e a lavorare in proprio. L'inizio è promettente, nonostante la diffidenza degli altri pescatori. Ma presto la malasorte vanifica gli sforzi di 'Ntoni. Una tempesta distrugge la barca, la casa è pignorata, la fame induce i membri più deboli dalla famiglia a cercare soluzioni avvilenti o disperate (il fratello Cola diventa contrabbandiere, la sorella Lucia accetta la corte del maresciallo della Finanza), 'Ntoni stesso deve arrendersi e tornare a lavorare, con i due fratelli più piccoli, per i grossisti. Domani, quando tutti avranno imparato “a volersi bene uno con l'altro e ad essere uniti ”, sarà possibile cambiare la situazione. Oggi non si può altro che resistere, “ché il mare è amaro e il marinaio muore in mare”.
Verga compose un romanzo strutturato rigidamente. Usò i toni di un feroce sarcasmo per esprimere l'inevitabilità della tragedia e l'impossibilità della speranza. Visconti adotta una scrittura distesa, insiste sui toni ieratici e solenni (la tragedia è inevitabile, ma non eterna). Il suo linguaggio è epico, più che narrativo: nasce non dai “chiusi” del romanzo ottocentesco ma dalla loro crisi (per questo può rinnegare Verga e mettere a frutto una cultura che, oscillando fra Proust e Thomas Mann, vive e descrive il crollo dei miti dell'ottimismo borghese). Il tema di La terra trema è sì un problema di riscatto sociale ma visto nell'ottica della dissoluzione della famiglia, cardine della società e della economia borghese. La crisi dell'istituto familiare (vissuta come dolore e contemplazione del dolore) sarà il tema di tutti gli altri film del regista. Il respiro ampio, disorganico e minutamente analitico di La terra trema (presentato alla IX Mostra di Venezia, vi ottenne un premio minore: i dialoghi in dialetto catanese furono giudicati un gratuito atteggiamento polemico ed erano invece un coerente omaggio a quelli che Visconti considerava i veri creatori del film) rappresentava il segno di uno stile già maturo, che sarebbe passato di variazione in variazione senza più mutare. |
Autore critica: | Fernaldo Di Giammatteo |
Fonte critica: | 100 film da salvare, Mondadori |
Data critica:
| 1978
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Critica 3: | |
Autore critica: | |
Fonte critica: | |
Data critica:
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Libro da cui e' stato tratto il film |
Titolo libro: | Malavoglia (I) |
Autore libro: | Verga Giovanni |
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