No, o la folle gloria del comando - Nao, ou a va gloria de mandar
Regia: | Manoel De Oliveira |
Vietato: | No |
Video: | Biblioteca Rosta Nuova, visionabile solo in sede - Domovideo |
DVD: | |
Genere: | Drammatico |
Tipologia: | La memoria del XX secolo |
Eta' consigliata: | Scuole medie superiori |
Soggetto: | Manoel De Oliveira |
Sceneggiatura: | Manoel De Oliveira |
Fotografia: | Elso Roque |
Musiche: | Alejandro Masso' |
Montaggio: | Manoel De Oliveira, Sabine Franel |
Scenografia: | Ze' Branco, Luis Monteiro |
Costumi: | |
Effetti: | |
Interpreti: | Luis Miguel Cintra, Diego Doria, Miguel Guilherme, Luis Lucas, Carlos Gomes, Antonio S. Lopes, Mateus Lorena, Lola Corner, Raul Fraire, Rui De Carvalho, Teresa Meneses, Leonor Silveira |
Produzione: | Madragoa Filmes - Tornasol Filmes - Gemini Films - Sggc in associazione Radiotelevisao Portuguesa |
Distribuzione: | Non reperibile in pellicola |
Origine: | Francia - Portogallo - Spagna |
Anno: | 1990 |
Durata:
| 110’
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Trama:
| Sullo sfondo dell'ultima guerra coloniale in Angola negli anni settanta, una pattuglia di 12 militari, con l'aiuto del loro tenente Cabrita, esperto di storia, rivive il sogno e la tragedia del colonialismo portoghese alla vigilia del suo tramonto.
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Critica 1: | La suggestione del film che narrativamente, come per diastole e sistole, ama aprirsi su arazzi figurativamente allusivi alle differenze di epoche, usanze, tradizioni, viene soprattutto dalla studiatissima concentrazione di elementi compositivi e formali. |
Autore critica: | Alberto Pesce |
Fonte critica | La Rivista del cinematografo |
Data critica:
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Critica 2: | Sullo sfondo della guerra coloniale in Angola nel 1974 con un tenente (L.M. Cintra) a far da narratore si rievocano quattro traumatiche e simboliche sconfitte portoghesi contro i romani, gli spagnoli nel secolo XV, i mori nella battaglia di Alcazarquivir nel 1578 e negli anni '70 del Novecento per difendere l'ultimo degli imperi coloniali. In un film sontuoso e ascetico, didattico e metafisico, surreale e carico d'ironia, radicale nel suo rifiuto del naturalismo, il vecchio Oliveira (1908) tiene la sua lezione di storia. Da citare almeno 3 momenti: la più bizzarra sequenza di battaglia mai vista sullo schermo, in bilico tra sublime e ridicolo; l'incantata trasposizione di un capitolo del poema I Lusiadi di Camoes ai confini col Kitsch; il monologo della "nonna" sul campo di battaglia, tolto da un sermone del padre Antonio Vieira, missionario e scrittore portoghese del Seicento. |
Autore critica: | |
Fonte critica: | Il Morandini – Dizionario dei film, Zanichelli |
Data critica:
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Critica 3: | Tutti gli avvenimenti determinanti per la storia portoghese, o perlomeno tutti i fatti guerrieri, si sono conclusi con una sconfitta: come meravigliarsi che il vecchio maestro di quel paese non si sia lasciato sfuggire l'occasione per comporre uno dei suoi celebri affreschi paradossali?
Dalle guerre contro l'impero romano a quelle in Angola, le battaglie di De Oliveira assomigliano talora a quelle di Bresson in Lancelot du Lac: distanziate, teatrali. Ma, a volte, ci ritroviamo immersi in un'imboscata descritta realisticamente, come fossimo in pieno Vietnam di Platoon.
Gli è che, una volta ancora, lo stile e l'ispirazione di questo indomabile ottantenne rimangono totalmente imprevedibili: e la visione di un suo film rappresenta come sempre una boccata d'aria inimitabile di libertà e d'energia. |
Autore critica: | Fabio Fumagalli |
Fonte critica: | rtsi.ch/filmselezione |
Data critica:
| 28/6/1990
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Libro da cui e' stato tratto il film |
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Autore libro: | |
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