Quinto potere - Network
Regia: | Sidney Lumet |
Vietato: | No |
Video: | Warner Home Video, L'Unità Video |
DVD: | |
Genere: | Drammatico |
Tipologia: | Mass media |
Eta' consigliata: | Scuole medie inferiori; Scuole medie superiori |
Soggetto: | Paddy Chayefsky |
Sceneggiatura: | Paddy Chayefsky |
Fotografia: | Owen Roizman |
Musiche: | Elliot Lawrence |
Montaggio: | Alan Heim |
Scenografia: | Philip Rosenberg |
Costumi: | |
Effetti: | |
Interpreti: | Faye Dunaway, Peter Finch, Robert Duvall, Arthur Burghardt |
Produzione: | Howard Gottfried per la Mgm e United Artists |
Distribuzione: | Zari Film |
Origine: | Usa |
Anno: | 1976 |
Durata:
| 121'
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Trama:
| Il commentatore televisivo di una grossa rete nazionale di Los Angeles, Howard Beale, stanco e sfiduciato, viene condannato all'eliminazione poichè l'indice di gradimento è sceso di troppo. Tuttavia, prima di congedarsi, senza preavviso ai colleghi e ai superiori, Beale annuncia il proprio suicidio davanti alla telecamera. Scoppia una specie di bomba: Diana Christensen per prima fiuta l'affarone; Frank Hackett l'appoggia; Max Schumacher, amico di Howard, perde il posto per essersi rifiutato di accettare il massacro intellettuale di Beale. In un rivoluzionario giornale-spettacolo, messo insieme cinicamente da Diana, il presentatore diventa l'ascoltatissimo "pazzo profeta dell'etere". Le sue feroci critiche, mentre entusiasmano il pubblico, allarmano i vertici e il presidente della U.B.S., Arthur Jensen, induce il divo a propagandare la sottomissione al sistema. È un nuovo tracollo dell'organizzazione; ma Jensen non recede dalla linea. Diana, Frank e gli altri responsabili locali decretano la morte di Howard che fanno colpire da un killer nel bel mezzo di una trasmissione.
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Critica 1: | (..) una regia spesso inventiva (come nella scena in cui gli executive preparano freddamente l'assassinio di Howard) e (...) un'ottima prova inventiva degli attori, tra cui emergono Duvall (il direttore delle news), la Dunaway (una produttrice disposta a tutto per la carriera) e Beatty: ne risulta un film appassionato e rude, impietoso e a tratti sensazionalistico come la TV che condanna. Quattro Oscar: miglior attore (Finch, attribuito postumo), attrice (Dunaway), attrice non protagonista (Straight) e sceneggiatura. |
Autore critica: | |
Fonte critica | Il Mereghetti - Dizionario dei film, Baldini&Castoldi |
Data critica:
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Critica 2: | |
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Data critica:
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Critica 3: | |
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Data critica:
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Libro da cui e' stato tratto il film |
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