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Space Cowboys -

Regia:Clint Eastwood
Vietato:No
Video:Warner
DVD:Warner home video
Genere:Azione
Tipologia:Spazio critico
Eta' consigliata:Scuole medie inferiori; Scuole medie superiori
Soggetto:Ken Kaufman, Howard Klausner
Sceneggiatura:Ken Kaufman, Howard Klausner
Fotografia:Jack N. Green
Musiche:Lennie Niehaus
Montaggio:Joel Cox
Scenografia:Henry Bumstead
Costumi:Deborah Hopper
Effetti:Industrial Light & Magic - Michael Owens
Interpreti:Clint Eastwood (Frank Corvin), Tommy Lee Jones (Hawk Hawkins), James Garner (Tank Sullivan), Donald Sutherland (Jerry O'Neill), Barbara Babcock (Barbara Corvin), James Cromwell (Bob Gerson), Loren Dean (Ethan Glance), William Devane (Eugene Davis), Marcia Gay Harden (Sara Holland), Rade Sherbedgia (Gen. Vostov), Courtney B. Vance (Roger Hines)
Produzione:Mad Chance Productions, The Malpaso Company
Distribuzione:Warner Bros.
Origine:Usa
Anno:2000
Durata:

129’

Trama:

Un gruppo di piloti collaudatori dell'Air Force, che formano il Team Dedalus, viene sciolto quando la ricerca spaziale viene affidata alla NASA. Dopo quaranta anni, il satellite russo Ikon ha un guasto che porterà la Russia ad un blackout totale delle comunicazioni. Un funzionario della NASA, Bob Gerson, sa che Ikon ha lo stesso sistema di orientamento che aveva lo Skylab, il cui progettista, Frank Corvin (Clint Eastwood), dovrebbe, quindi, essere in grado di ripararlo. Ma Frank non accetta l'incarico se non potrà lavorare con la sua squadra. Il Team Dedalus si ricostituisce e l'impresa sarà storica.

Critica 1:Azzeccata operazione di Clint Eastwood che con questo film malinconico e intelligente affronta il tema della terza età, e va alla conquista di questa troppo a lungo dimenticata fetta di mercato (sull'argomento vale la pena ricordare il gradevolissimo vivere alla grande di Martin Brest e, il più casareccio, Una botta di vita con Alberto Sordi). Quattro vecchi astronauti, guidati da Eastwood, messi da parte, quarant'anni prima, per il primo viaggio nello spazio, e sostituiti da una scimmietta, vengono richiamati in azione dalla Nasa per salvare un obsoleto satellite russo pieno di testate nucleari. Tecnologia superata, che solo quei quattro vecchietti conoscono... Affresco su un'America diffidente, cinica e bugiarda (come la Nasa) che, nella morale del "vecchio" Clint, fa rimpiangere i fasti (e i tempi?) del passato.
Autore critica:Pietro Calderoni
Fonte criticaCiak
Data critica:

1/10/2000

Critica 2:Hollywood riscrive il "De Senectute", pensando ai suoi grandi attori invecchiati e lo lancia nello spazio. Rottami volanti della guerra fredda, ricordi in bianco e nero, rughe, lunghe e profonde come la vita, che tendono verso terra attratte, inevitabilmente, dall'implacabile forza di gravità biologica, passi lenti e resi sbilenchi dal reuma, vista affievolita. La Luna, nonostante le canzoni di Frank Sinatra e le poesie, è lassù. È l'ultima frontiera da conquistare per chi ha ormai intorno ai settanta anni. Verso il West o nel buio maestoso del cielo gli essere umani restano soli con i loro sogni. Frank, Hawk, Jerry e Tank aspettano per quaranta anni il loro battesimo nello spazio e sarà una prima volta da eroi Old Fashion. Ironia, coraggio, insofferenza per le gerarchie e per il potere, capacità di decidere in fretta e di sacrificarsi senza enfasi. La nascita della NASA, nel1958, esclude quattro brillanti e scapestrati piloti collaudatori del team Dedalus dai nuovi programmi spaziali. Ma il tempo non è mai perduto. L'appuntamento con il destino (l'avaria di un satellite russo, Ikon, e la necessità di mettere di nuovo insieme una squadra esperta per imbrigliarlo e rimetterlo nella corretta orbita geostazionaria) li trova alle prese con le inezie del presente: una predica in una chiesa battista, la porta di un garage da installare, la verifica di un ottovolante o il volo acrobatico per un giovanotto debole di stomaco. Occhiali neri, giubbotti, stivali, battuta sempre pronta, gli "anzianauti" superano l'addestramento accelerato, finiscono sulle prime pagine dei quotidiani e nei talkshow più seguiti d'America: sono pronti per l'infinito. Clint Eastwood dirige con mano leggera e affettuosa, gioca di sponda con gli altri tre straordinari interpreti, svisa su un solido modello di classicità e di compostezza narrativa. Il racconto, la messa in scena, i personaggi contraddicono i vezzi, le mode e le debolezze del cinema contemporaneo in cui ritmi, colori, slang e riferimenti hanno la concitazione di sistemi nervosi non offesi dal tempo. Il suo è un cinema che non ha bisogno di metabolizzare videogame, o pubblicità. È più interessante e tenero il metabolismo di chi ha vissuto a lungo e non si fa troppe domande sul futuro. La struggente "Fly Me to the Moon" vale almeno cento rap e un "mature movie" può avere la stessa freschezza di un "teen movie".
Autore critica:Enrico Magrelli
Fonte critica:Film TV
Data critica:

12/9/2000

Critica 3:
Autore critica:
Fonte critica:
Data critica:



Libro da cui e' stato tratto il film
Titolo libro:
Autore libro:

A cura di: Redazione Internet
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