Primo amore -
Regia: | Matteo Garrone |
Vietato: | No |
Video: | |
DVD: | Medusa |
Genere: | Drammatico |
Tipologia: | La condizione femminile |
Eta' consigliata: | Scuole medie superiori |
Soggetto: | Carlo Mariolini |
Sceneggiatura: | Matteo Garrone, Vitalino Trevisan, Massimo Gaudioso |
Fotografia: | Marco Onorato |
Musiche: | Banda Osiris |
Montaggio: | Marco Spoletini |
Scenografia: | Paolo Bonfini |
Costumi: | Francesca Leondeff |
Effetti: | |
Interpreti: | Vitaliano Trevisan (Vittorio), Michela Cescon (Sonia) |
Produzione: | Fandango |
Distribuzione: | Fandango |
Origine: | Italia |
Anno: | 2004 |
Durata:
| 104'
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Trama:
| Vittorio è un uomo inquieto, profondamente turbato. Riesce a stabilire un rapporto affettivo con una donna solo se questa rientra perfettamente in quelli che sono i suoi ideali estetici, vale a dire, l'estrema magrezza. Sonia è, invece, una ragazza impegnata nel sociale, contenta e consapevole del ruolo che occupa all'interno della società. Eppure, nonostante ciò, si sente irresistibilmente attratta dal lato oscuro di Vittorio. La loro fortissima attrazione reciproca li porterà lentamente verso il baratro.
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Critica 1: | Singolare, affascinante, lucida e fredda come il marmo è la storia d'amore che Matteo Garrone racconta in Primo amore, dove un orafo vicentino costringe la sua ragazza a dimagrire sempre di più, ai limiti dell'anoressia, nella patologica sicurezza che la passione è divoratrice, complice e annientatrice. Glossa particolare sulla sopraffazione di coppia, ispirata alla lontana da un fattaccio di cronaca, il film conferma il raro estro visionario e pittorico del 35enne autore de L'imbalsamatore, che cavalca il noir estremo calandolo nella vita quotidiana del Nord-Est alla ricerca di domande essenziali sui rapporti e l' amore. Opera bella, insinuante e sgradevole, tragica ma nelle intenzioni anche un po' ironica, ossessiva e cerebrale, ma provvista di una trascinante forza visiva di cinema che non tralascia alcun particolare della favola dark. In cui il cosceneggiatore, il sorprendente attore Vitaliano Trevisan, sta vicino alla strepitosa ronconiana Michela Cescon: vera, verosimile, bella, sofferta. |
Autore critica: | Maurizio Porro |
Fonte critica | Corriere della Sera |
Data critica:
| 14/02/2004
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Critica 2: | Garrone si conferma uno dei nostri giovani registi più originali e più forti, e va definendo dopo L’imbalsamatore un suo stile e una sua poetica. L’imbalsamatore proponeva un aneddoto che risultava significativo come intelligente lettura dell’Italia contemporanea, ambigua e incerta nella morale e nell’economia, con il suo giovane qualsiasi, lacerato tra due scelte ugualmente mediocri, della regolarità e della irregolarità, della norma e legge e dell’abnorme e illegale. Primo amore ha una dimensione più racchiusa e ristretta, anche geograficamente.
Vi si narra di un orafo ossessionato dal bisogno (filosofico e psicologico) di andare all’essenza, fino a voler liberare dal corpo la donna che affascina e plagia per arrivare alla testa (o all’anima). L’ambiente è vicentino, ma potrebbe essere molti altri ambienti dell’Europa ricca; e il soggetto può far pensare a più film di ieri su ossessioni psicotico-sessuali. Gli attori sono bravissimi (Manuela Cescon che viene dal teatro, Vitaliano Trevisan che viene dalla letteratura), ma non è evidente né rilevante la forza della metafora; e la malata storia d’amore è più dichiarata che mostrata e dimostrata.
Cause e sviluppi di questa storia sono chiari per lui ma non per lei, e un finale indeciso non dà peso alla vicenda, anzi gliene toglie. E non si fonde in un’unica gemma l’intreccio tra la spinta maschile a far diventare la donna come il proprio modello malato e la passività, senza vero erotismo, della donna all’uomo-ragno che la divora.
È più detta che mostrata, anche in lui, l’insoddisfazione per il mondo com’è. Un’insoddisfazione che non aiuta a capire, nel film, le patologie dell’epoca.
Primo amore si salva per grazia di stile e di rigore, per la luce fredda e soffusa di un mondo gelido, abitato da uomini gelidi e donne deboli, da sadici convinti e da masochisti senza piacere né convinzione. |
Autore critica: | Goffredo Fofi |
Fonte critica: | Panorama |
Data critica:
| 19/02/2004
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Critica 3: | |
Autore critica: | |
Fonte critica: | |
Data critica:
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Libro da cui e' stato tratto il film |
Titolo libro: | Primo amore |
Autore libro: | Carlo Mariolini |
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