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Amnesia -

Regia:Gabriele Salvatores
Vietato:No
Video:Medusa
DVD:Medusa
Genere:Drammatico
Tipologia:Giovani in famiglia
Eta' consigliata:Scuole medie superiori
Soggetto:Andrea Garello, Gabriele Salvatores
Sceneggiatura:Andrea Garello, Gabriele Salvatores
Fotografia:Italo Petriccione
Musiche:Bad Religion
Montaggio:Massimo Fiocchi
Scenografia:Rita Rabassini
Costumi:Patrizia Chericoni
Effetti:Claudio Napoli, Fabrizio Pistone, Proxima Srl
Interpreti:Diego Abatantuono (Sandro), Sergio Rubini (Angelino), Martina Stella (Luce), Maria Jurado (Alicia), Antonia San Juan (Pilar), Ugo Conti (Dani), Orazio Donati (Pier), Alessandra Martines (Virginie)
Produzione:Medusa Produzione - Colorado Film Production - Alquimia Cinema S.A.
Distribuzione:Medusa
Origine:Italia
Anno:2002
Durata:

120’

Trama:

Isola di Ibiza. Un vecchio hippy muore per colpa di una macchia d'olio sulla quale slitta la sua vecchia motocicletta. Al suo funerale si ritrovano alcune persone: Sandro, cinquantenne affermato regista di film porno, che si vede piombare in casa Luce, la figlia diciassettenne di cui non si è mai occupato e che è all'oscuro della sua vera professione; Angelino, che gestisce un bar assieme alla moglie Alicia, ed è sconvolto dal ritrovamento casuale di una valigetta con quattro chili di cocaina; Virginie, proprietaria di un ristorante, che soffre per la lontananza del suo uomo detenuto in galera; Jorge, un giovane drogato in forte conflitto col padre Xavier, capo della polizia locale. I destini di questi personaggi si incrociano attraverso salti nel tempo, mentre scorrono i giorni. Sandro e Luce scoprono le carte e la ragazza confida al padre di aspettare un bambino. Angelino cerca l'aiuto di Sandro e poi di Virginie per piazzare la droga e per fuggire da uno spacciatore americano. Xavier mette alle strette il figlio, ma quest'ultimo lo ricatta con delle foto compromettenti che lo ritraggono in compagnia di un ragazzo. Alla fine tutti si ritrovano nella discoteca Amnèsia e le vicende dei personaggi vanno incontro ad una nuova strada. Luce tiene il bambino e decide di offrire a Sandro una seconda occasione per fare il padre. Lo spacciatore americano e gli acquirenti della droga si sparano a vicenda, mentre la cocaina si perde nel vento di una salina. Angelino e Alicia, che aspetta il tanto desiderato figlio, gestiscono ora anche il ristorante di Virginie, partita per Parigi insieme al suo uomo liberato dal carcere. Jorge accudisce il padre, costretto da un ictus a stare su una sedia a rotelle.

Critica 1:A Ibiza una famiglia è così: il padre Diego Abatantuono fa il regista di film pornografici, la figlia diciassettenne Martina Stella è incinta (non sa di chi, comunque è decisa ad avere il bambino). Un´altra famiglia è così: il padre Juango Puigcorbé fa il capo della polizia locale, uomo d´ordine, vedovo gay amante d´un ragazzo biondo, il figlio Ruben Ochandiano è un ribelle iroso brutale che lo ricatta e lo sfrutta. Tra spiagge, sole, discoteche come inferni (Amnèsia è la più famosa), strade deserte, abita gente dalla vita spericolata: Sergio Rubini che trova una valigetta con quattro chili di eroina purissima e pretende di sottrarla a torvi commercianti di droga, un hippy sessantenne fanatico di motociclette, la padrona d´un ristorante che aspetta il suo uomo carcerato, i pornoattori, i neri addobbati di colori, i musicisti. Nella vicenda corale di Amnèsia di Gabriele Salvatores i personaggi, «animali fatti per vivere in branco», si accostano, si annusano, muoiono, sudano, fanno l´amore, ballano, hanno paura: le loro storie si intrecciano a volte con divertimento, a volte con atrocità, e tra padri e figli finisce per stabilirsi un´armonia famigliare magari terribile, coatta. Una delle cose più interessanti del cinema di Salvatores è il suo sistematico, forte rifiuto della borghesia e dell´ordine: il regista sceglie spesso, se non sempre, personaggi che alcuni definirebbero picareschi o emarginati, ma che in realtà somigliano a quel terzo (o più di un terzo) della popolazione occidentale, appartenente a varie generazioni, deciso a condurre un´esistenza non convenzionale, a non rispettare regole che non sente o non condivide. Questo rende i film di Salvatores diversi da tutti, e in «Amnèsia» pure la narrazione è destrutturata, rimescolata: la storia divisa in due storie contemporanee ma raccontate successivamente; lo schermo spesso diviso verticalmente o orizzontalmente in due o più spazi nei quali si svolgono azioni parallele; padri e figli che sembrano alludere simultaneamente all´autore da ragazzo e all´autore cinquantenne; Ibiza quasi irriconoscibile rispetto al suo stereotipo turistico, emblema delle isole mediterranee predilette da Salvatores. Al film impressionante, caotico, divertente, dinamico, malinconico, Abatantuono presta il suo calmo anticonformismo, Rubini presta il suo perenne isterismo; specialmente notevoli sono il giovane attore spagnolo Ruben Ochandiano, violento e furente come un interprete di Carax, e Alessandra Martines finalmente liberata da vezzi e graziette, triste e brava.
Autore critica:Lietta Tornabuoni
Fonte criticaLa Stampa
Data critica:

9/3/2002

Critica 2:Prendi uno e paghi tre, il destino suona sempre due volte. Il divertente, intelligente film di Salvatores Amnèsia (ma anche amnesìa, dei valori, della famiglia), girato con maestrìa, vive nell'incastro temporale di storie che si ripetono pirandellianamente, su tre sgangherati gruppi di famiglia in un esterno, quello di Ibiza, sempre Mediterraneo, rifugio di discotecari coatti, fricchettoni e di quei ragazzi, oggi ammaccati, del Marrakech express. Se la sceneggiatura ogni tanto ha buchi e stereotipi, la tecnica è la star: il medium finalmente è il messaggio, la realtà vive nel puzzle del cinema. Il gioco della dark comedy (c'è perfino l'eclisse) è più convincente quando parla di segreti e bugie di ciascuno - il papà pornografo da piano sequenza con figlia all'oscuro, il trafficante che trova una valigia con 4 chili di coca, il capo della polizia che se la fa con un cubista - che non quando arriva alla resa finale. In cui si tiene conto, oltre che di Kurosawa, Tarantino, Kubrick, anche del teatro di Salvatores, dato che il film è davvero un trapianto dei temi preferiti del regista, che a volte eccede in didascalie devianti modaiole (di culto la tortura della fellatio con piercing). Ma dentro, suddivisa in vari spazi con la tecnica dello split screen, così il pubblico sceglie, gira l'aria scanzonata della malinconia goliardica con lieto fine di gruppo: Abatantuono al meglio, Rubini inguaia tutti con un sorriso, attori spagnoli bravissimi, Bebo Storti è impagabile, la Stella migliorerà presto e la colonna sonora si festeggia da sola.
Autore critica:Maurizio Porro
Fonte critica:Corriere della Sera
Data critica:

9/3/2002

Critica 3:
Autore critica:
Fonte critica:
Data critica:



Libro da cui e' stato tratto il film
Titolo libro:
Autore libro:

A cura di: Redazione Internet
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