Pater familias -
Regia: | Francesco Patierno |
Vietato: | No |
Video: | |
DVD: | Luce |
Genere: | Drammatico |
Tipologia: | Disagio giovanile, Diventare grandi |
Eta' consigliata: | Scuole medie superiori |
Soggetto: | Massimo Cacciapuoti |
Sceneggiatura: | Massimo Cacciapuoti, Francesco Patierno |
Fotografia: | Mauro Marchetti |
Musiche: | Angelo Talocci |
Montaggio: | Luca Gazzolo |
Scenografia: | Gianfranco Danese |
Costumi: | Agostino Varchi |
Effetti: | |
Interpreti: | |
Produzione: | Kubla Khan |
Distribuzione: | Istituto Luce |
Origine: | Italia |
Anno: | 2002 |
Durata:
| 90'
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Trama:
| Matteo ritorna al suo paese vicino Napoli, dopo dieci anni di assenza. In paese sono tutti impegnati nei preparativi della festa della Vergine Maria. Matteo è tornato a causa della morte del padre e della necessità di fare ordine fra le sue carte. Dopo aver abbracciato la madre, il giovane gira per le strade del paese che lo hanno visto crescere. Nonostante molto sia cambiato a causa del sisma del 1980, la passeggiata di Matteo è un viaggio nel passato. Ricorda i suoi amici e ciò che è accaduto loro: Antimo è stato colpito a morte da un poliziotto durante una rapina in banca; Roberto ha perso la vita durante una "prova di coraggio"; Gegè si è suicidato; Michele, cugino di Matteo, è stato ucciso mentre tentava di difendere una ragazza; Rosa, il segreto amore di Matteo, ha sposato senza amore Giovanni ed ora la coppia ha una figlia, Rita. Ma i motivi della lontananza di Matteo non sono legati a Rosa: il giovane sta scontando una condanna per aver ucciso Alessandro, fratello della sua fidanzata Anna, che geloso della loro relazione, aveva violentato la sorella. Ora Matteo ha deciso di utilizzare la libertà provvisoria per aiutare Rosa ha fuggire dal suo matrimonio infelice. Mentre Rita, vestita da angelo, prende parte alla processione, Rosa e Matteo preparano la fuga. Il piano riesce e madre e figlia trovano riparo in un convento, mentre Matteo torna in carcere.
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Critica 1: | Sui marciapiedi all’interno di pseudo-appartamenti incastrati in case di ringhiera degradate e degradanti, si consumano le vite e le monti di alcuni giovani senza padri pur in presenza di padri, condannati all’ergastolo senza aver commesso reati, se non quello di essere nati nel posto sbagliato. Folgorato dal romanzo Pater familias di Massimo Cacciapuoti, l’esordiente Francesco Patierno si allontana (anche letteralmente) dai luoghi comuni e, a differenza di moIto “cinema di denuncia” demagogico e declamatorio (l’ultimo Squitieri, ma pure Capo Nord e Non sono io, solo per citare i casi più recenti), punta decisamente sulla messa in scena, in bilico tra due piani temporali (il passato e il presente) cristallizzati da insolite soluzioni cromatiche e da spostamenti quasi impercettibili di una cinepresa sempre nascosta (incredibile: anche agli stessi attori), che rapina il crudo realismo delle strade e degli interni con uno sguardo architettonico che riesce a essere lucido e appassionato, razionale e impulsivo. Un debutto di notevolissimo spessore. |
Autore critica: | Aldo Fittante |
Fonte critica | Film Tv |
Data critica:
| 2003
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Critica 2: | Un paese della cintura napoletana. Matteo torna a casa in regime di libertà provvisoria per mettere ordine nelle carte del padre deceduto. Il contatto col luogo natio è l'occasione per ricordare il suo passato e gli amici, morti tragicamente o - come nel caso di Rosa, suo segreto amore ora sposata senza amore a Giovanni e madre di Rita - condannati a un destino peggiore della morte. Mentre fervono i preparativi per la festa della Vergine Maria, il giovane elabora un piano per liberare Rosa e figlia. Il tentativo riuscirà, ma per lui resta solo il carcere.
Pater Familias è una pellicola ragguardevole. Il debuttante Francesco Patierno, proveniente dalla pubblicità, illustra una provincia napoletana purgatoriale, dove violenza e sopraffazione sono di casa e resta solo da salvare il salvabile, sapendo che i destini individuali e collettivi restano comunque segnati. E anche le numerose scene choc rispondono a un'urgenza narrativa insolita nel cinema italiano. Resta il sospetto di qualche calligrafismo, di qualche sequenza più brutalmente dimostrativa che realmente necessaria. Ma il polso del racconto non si perde mai, e il cast - con facce giuste prima ancora che azzeccate - è di quelli che non si dimenticano. |
Autore critica: | |
Fonte critica: | mymovies.it |
Data critica:
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Critica 3: | |
Autore critica: | |
Fonte critica: | |
Data critica:
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Libro da cui e' stato tratto il film |
Titolo libro: | Pater Familias |
Autore libro: | Massimo Cacciapuoti |
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