Harry a pezzi - Deconstructing Harry
Regia: | Woody Allen |
Vietato: | No |
Video: | Cecchi Gori Home Video |
DVD: | |
Genere: | Commedia |
Tipologia: | Storia del cinema |
Eta' consigliata: | Scuole medie superiori |
Soggetto: | Woody Allen |
Sceneggiatura: | Woody Allen |
Fotografia: | Carlo Di Palma |
Musiche: | |
Montaggio: | Susan E. Morse |
Scenografia: | Santo Loquasto |
Costumi: | Suzy Benzinger |
Effetti: | John Ottesen |
Interpreti: | Woody Allen (Harry Block), Kristie Alley (Joan), Billy Crystal (Larry), Demi Moore (Helen), Robin Williams (Mel), Eric Bogosian (Burt), Elisabeth Shue (Fay), Stanley Tucci (Paul), Caroline (Aaron) |
Produzione: | Magnolia Productions - Sweetland Films - Jean Doumanian |
Distribuzione: | Cecchi Gori |
Origine: | Usa |
Anno: | 1997 |
Durata:
| 96’
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Trama:
| A New York Harry Block è uno scrittore che, arrivato ad un'età matura, vorrebbe mettere ordine nella propria vita, ma più ci prova più ricade nelle caotiche situazioni di sempre. I suoi romanzi hanno sempre una forte componente autobiografica e perciò alla sua crisi personale fa seguito anche una crisi di ispirazione creativa. Tra sogno e realtà, alcune situazioni prendono corpo, nelle quali lui riversa fatti accadutigli tempo prima: la prima moglie, una psicanalista che lui ha tradito con una paziente e che si vendica, facendogli incontrare il meno possibile il figlio di nove anni; la seconda moglie Jane, che lui ha tradito con la sorella di lei; tutte poi lasciate per Fay, giovane ammiratrice, che ora gli fa sapere di volerlo lasciare per sposare un loro comune amico. In questo girotondo di coppie, Harry cerca rifugio ora dallo psicanalista, ora con alcune prostitute con le quali soddisfa la propria passione per il sesso orale. Quando la sua vecchia università lo invita per conferirgli la laurea ad honorem, lui chiede a Cookie, prostituta di colore, di accompagnarlo alla cerimonia. A loro si uniscono un'amico, trovato casualmente dal cardiologo, e il figlio sottratto di forza al controllo della madre. Durante il viaggio, Harry si ferma a casa della sorella, sposata ad un ebreo fanatico e con lei ha una forte discussione. Quando arriva, Cookie viene trovata in possesso di marjuana, e la polizia interviene per riprendere il bambino rapito. Tutto sembra andare a rotoli, quando il rettore dell'università invita Harry in una stanza, dove i personaggi della sua fantasia lo accolgono con un applauso. Harry capisce che solo con loro può sperare di salvarsi.
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Critica 1: | Harry Block è uno scrittore sessantenne ebreo che cerca di mettere ordine nel caos della propria vita, raccontandola nei suoi libri. Nel suo ventottesimo film W. Allen si è scritto addosso il personaggio più sgradevole della sua carriera, come se fosse modellato su quel che il perbenismo yankee pensa di lui. Oltre ai difetti che ha, Block si dichiara in bancarotta spirituale e in fase di blocco creativo. Uomo deplorevole è, come intellettuale laico, una persona seria: dichiara il suo agnosticismo in materia religiosa e denuncia ogni forma (anche quella ebraica) di integralismo, fondamentalismo, vittimismo, tradizionalismo fanatico. Personaggio rischioso in un film a rischio: decostruito, senza una vera trama, frantumato in ritorni all'indietro, invenzioni surreali, variazioni sul tema del doppio, deviazioni farsesche o oscene, parentesi drammatiche, omaggi ai suoi idoli (Kafka, Proust, Bergman, Fellini) e almeno due prestiti. E anche molto divertente. Non soltanto per il fuoco di fila delle battute, ma per le invenzioni di regia tra cui quella geniale di R. Williams "fuori fuoco". Onore anche a Carlo Di Palma che forse ha messo lo zampino nella discesa agli inferi, ispirata a Maciste all'inferno (1926), film muto italiano. E onore a J. Davis, la migliore dei diciannove attori del cast in ordine alfabetico: il dialogo con la sorella è da antologia. |
Autore critica: | Kataweb Cinema |
Fonte critica | |
Data critica:
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Critica 2: | Il film è una variazione sui temi abituali dell'autore, ma più segreta e dolorosa, strutturata a tagli secchi e montaggio nervoso. Stavolta Woody Harry Block forse perché oppresso dai 'blocco dello scrittore', è l'omologo letterario del Mastroianni-Fellini di 8 e ½ in quanto soffre della stessa sindrone: il timore di aver esaurito la propria creatività. Ovvio pensare che l'autore-attore trasferisca nel film una problematica personale, ma non si pensi a una confessione nuda e cruda. Niente affatto: qui drammaturgia e stile si rivelano strumenti elaboratissimi di un cineasta pervenuto al culmine della maturità anche come interprete. Dalla realtà il film trabocca di continuo nella sceneggiata della memoria e dei racconti che Harry va scrivendo, con effetti di sovrapposizione e straniamento. (...) Tra i godibili interpreti figurano una virtuosistica Judy Davis con svenimento a vista, Robin Williams nel ruolo di un attore cinematografico che risulta sempre sfocato, l'ineffabile Billy Cristal in figura di vincente che si aggiudica contro Harry il cuore della bella Elizabeth Shine. Nutrito di allusioni alle recenti traversie dell'autore, Harry a pezzi è l'autoritratto burlesco e spietato di un ossesso, erotomane e malato immaginario che masochisticamente se la gode a presentarsi come figlio ingrato, cattivo ebreo, marito inaffidabile e sfortunato". |
Autore critica: | Tullio Kezich |
Fonte critica: | Il Corriere della Sera |
Data critica:
| 7/2/1998
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Critica 3: | Al ventottesimo film, Woody Allen cambia tutto. Come in un regolamento di conti, affronta direttamente le accuse mossegli dal perbenismo americano, crea un protagonista sessuomane e lascivo modellato su quanto molti americani pensano di lui; ed esprime tutte le critiche (non l'ironia, la critica dura) che lui rivolge alla bigotteria anche ebraica. Con decisione ed energia, adotta uno stile che traduce visualmente lo stato d'animo del personaggio, fa del film stesso un momento di crisi; sceglie una narrazione composita, frammentaria, trasversale che mescola realtà, immaginazione, romanzo e memoria a un ritmo febbrile, sussultorio; costruisce con un montaggio secco, collerico, una storia non priva di oscenità né d'autobiografia. È meno carino del solito, meno piacevole, ma più forte: e resta molto divertente. |
Autore critica: | Alessandra Levantesi |
Fonte critica: | L'Espresso |
Data critica:
| 5/2/1998
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Libro da cui e' stato tratto il film |
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Autore libro: | |
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