Images of Relief - Befrielsesbilleder
Regia: | Lars Von Trier |
Vietato: | No |
Video: | Biblioteca Rosta Nuova, visionabile solo in sede |
DVD: | |
Genere: | Drammatico |
Tipologia: | Spazio critico |
Eta' consigliata: | Scuole medie superiori |
Soggetto: | Tom Elling, Lars Von Trier |
Sceneggiatura: | Tom Elling, Lars Von Trier |
Fotografia: | Tom Elling |
Musiche: | Pierre De La Rue |
Montaggio: | Tomas Gislason |
Scenografia: | Soren Skjaer |
Costumi: | |
Effetti: | |
Interpreti: | Edward Fleming (Leo Mendel), Kirsten Olesen (Esther) |
Produzione: | Danmarks Radio - Den Danske Filmskole |
Distribuzione: | Tele + |
Origine: | Danimarca |
Anno: | 1982 |
Durata:
| 57’
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Trama:
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Critica 1: | Fin dall'esordio egli riesce subito ad attirare l'attenzione dei critici: il film da lui realizzato come diploma di laurea alla Scuola di regia, Befrielsesbilleder (1982), dura quasi un'ora e viene proiettato anche nelle sale cinematografiche. La forza metaforica delle sue immagini, fortemente ispirate all'arte di Tarkovskij, e la bizzarra vicenda di un ufficiale tedesco che rimane cieco (storia ambientata nei giorni della liberazione del 1945) rivelano senza ombra di dubbio la nascita di un talento straordinario. |
Autore critica: | Casper Tybjerg |
Fonte critica | Cinema danese, 1930-2000 - in Gian Piero Brunetta (a cura di), "Storia del cinema mondiale" |
Data critica:
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Critica 2: | Tutt'altra intonazione ha Image of a relief di Lars von Trier, 35 minuti di devastante deriva annodata all'immagine del regista Edward Fleming (di cui si ricordano Breve estate e Piccolo specchio, e di cui a Rimini è passato nella sezione box-office De uanstaendig). All'inizio l'occhio filmico staglia un uccellino sulla cima di un ramo rigidamente spiccante in verticale: lo sfondo del cielo è un verde impastato nel grigio. Le successive modulazioni del montaggio si configurano nel legame inquietante a una ripresa verso Fielding in primo piano (ha una delle lenti infranta) e soprattutto a una specie di sotterraneo intinto in un rosso-sangue chiaroscurato, con incatenamenti, torture, croci uncinate su bracciali militari, torce. Il tono è tra Genet, Fassbinder e Kantor: si pensa anche a Salò, ma qui tutto è sprofondato in una dimensione psichica, legata alla visione, con piani che per proiezione si generano da scomparti cromatici, con un sonoro sbriciolato tra il tedesco e l'inglese e un Kyrie monodico soffocato nel vuoto. Sopraggiungono poi sequenze del repertorio documentario, virate sul rosso-marrone: scene di violenza, gente che aggredisce e assedia, un cartello con sopra scritto Wessel-MORDER (il secondo termine è in maiuscolo). L'estetica della crudeltà che sino a quel punto ha tenuto corte, fa luogo all'urlo di Fleming: torna a fluttuare l'uccellino stampato sul verde-sporco; il busto di Fleming viene fatto ascendere in alto, sopra un trasparente di foreste e cielo. Il passo successivo sarà L'elemento del crimine. |
Autore critica: | Gualtiero De Santis |
Fonte critica: | Cineforum n. 239 |
Data critica:
| 11/1984
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Critica 3: | |
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Data critica:
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Libro da cui e' stato tratto il film |
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