Quel che resta del giorno - Remains of the day (The)
Regia: | James Ivory |
Vietato: | No |
Video: | Columbia Tristar Home Video (Winners) |
DVD: | Columbia Tristar |
Genere: | Drammatico |
Tipologia: | Spazio critico |
Eta' consigliata: | Scuole medie superiori |
Soggetto: | Tratto dall’omonimo romanzo di Kazuo Ishiguro |
Sceneggiatura: | Ruth Prawer Jhabvala |
Fotografia: | Tony Pierce-Roberts |
Musiche: | Richard Robbins |
Montaggio: | Andrew Marcus |
Scenografia: | Luciana Arrighi |
Costumi: | Effects Associates Ltd., Garth Inns |
Effetti: | Jenny Beavan, John Bright |
Interpreti: | Christopher Reeve (Mr. Jack Lewis), Anthony Hopkins (Stevens), Emma Thompson (Miss Kenton), James Fox (Lord Darlington), Peter Vaughan (Mr. Stevens Sr.), Paula Jacobs (signora Mortimer, la cuoca), Hugh Grant (Cardinal), Caroline Hunt, Tony Aitken (Dir. uff. Postale), Terence Bayler (Trimmer), Steven Beard (Andrews), Christopher Brown (amico di Wren), Peter Cellier (Sir Leonard Bax), Ben Chaplin (Charlie), Paul Copley (Harry Smith), Steve Dibben (George), Peter Eyre (Lord Halifax), Patrick Godfrey (Spencer), Peter Halliday (Canon Tufnell), Abigail Harrison (domestica), John Haycraft (banditore), Lena Headey (Lizzie), Frank Holtje (funzionario ambasciata tedesca), Joanna Joseph (Irma), Wolf Kahler (ambasciatore tedesco), Brigitte Kahn (Baronessa), Jo Kendall (moglie del locandiere), Emma Lewis (Elsa), Michael Lonsdale (Dupont D'ivry), Roger Mckern (sovrintendente di Polizia), Angela Newmarch (cameriera), Jestyn Phillips (funzionario Ministero degli Esteri), Tim Pigott-Smith (Benn), Ian Redford (locandiere), John Savident (dottor Meredith), Frank Shelley (Primo Ministro), Hugh Sweetman (sguattero), Andreas Tons (funzionario ambasciata tedesca), Pip Torrens (Dottor Carlisle), Rupert Vansittart (Sir Geoffrey Wren), Jeffry Wickham (Visconte Bigge) |
Produzione: | Merchant Ivory Productions - Columbia Pictures Corporation |
Distribuzione: | Non reperibile in pellicola |
Origine: | Gran Bretagna - Usa |
Anno: | 1993 |
Durata:
| 134’
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Trama:
| E' il 1958; Stevens sta viaggiando attraverso l'Inghilterra. Esemplare perfetto di maggiordomo inglese, Stevens è attualmente alle dipendenze di Mister Lewis. Durante il viaggio, Stevens ricorda gli anni passati al servizio di Lord Darlington. All'epoca, Stevens era orgoglioso di servire la causa del suo padrone e solamente nel 1939, si è compreso quale fosse in realtà: un patto con i nazisti. Ora, Stevens capisce che la sua fede in Lord Darlington gli è costata parecchio anche dal punto di vista personale. Assorbito dall'organizzazione delle molte incombenze domestiche legate alle riunioni di conciliazione anglo-tedesca del padrone è stato costretto a trascurare il padre morente. E per la medesima causa ha rinnegato i propri sentimenti per l'attraente, giovane governante, Miss Kenton. Per anni tra Miss Kenton e Stevens è esistito un legame intenso, i loro sentimenti personali continuavano ad emergere. Stevens, qualunque cosa provasse per la giovane donna, è stato costretto a reprimere le proprie emozioni. Miss Kenton è riuscita a manifestare il proprio amore attraverso una serie di discussioni, fino a che non lo ha lasciato per sempre, licenziandosi e sposando un altro. Il viaggio di Stevens ha come destinazione la ex Miss Kenton, il cui matrimonio sembra essere finito. Spera di convincerla a ritornare a Darlington Hall. La sua missione si risolve in un fallimento, ma Stevens può partecipare al rinnovamento della sua amata Darlington Hall, che è sopravvissuta agli errori politici di Lord Darlington e al senso del dovere dello stesso Stevens.
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Critica 1: | Storia di un breve incontro fissato vent'anni dopo, Quel che resta del giorno è un film sulla solitudine che nasce dall'insensibilità, sulla repressione dei sentimenti e sulla mortificazione della vita. James Ivory è un regista che sa andare oltre l'eleganza delle forme e il virtuosismo stilistico. Esaurita la scorta dei romanzi di Edward M. Forster ('Camera con vista', 'Casa Howard'), ha saputo interpretare le pagine di Kazuo Ishiguro restituendone lo spirito sottile forbito, delicatamente ma implacabilmente graffiante. |
Autore critica: | Enzo Natta |
Fonte critica | Famiglia Cristiana |
Data critica:
| 23 marzo 1994
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Critica 2: | In Quel che resta del giorno il regista americano più britannico che ci sia non assume certamente il punto di vista marxiano de Il servo di Joseph Losey, purtuttavia è in grado di erigere un non trascurabile (e apparentemente impercettibile) edificio di perversioni emotive, di trasgressioni della percezione e di maniacalità del décor che costituiscono l'anima opaca (e segreta) del suo cinema. L'imperturbabilità gigionesca di Anthony Hopkins aderisce alla superficie delle immagini come una pellicola impermeabile rendendo il film - se possibile ancora più britannico. Meno onorevoli alcuni personaggi (e situazioni) di contorno: la delegazione nazitedesca, ad esempio, è costruita su clichè commerciali francamente disonorevoli. |
Autore critica: | Fabio Bo |
Fonte critica: | Vivilcinema |
Data critica:
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Critica 3: | In bilico tra illustre passato e incerto presente Quel che resta del giorno racconta sostanzialmente una tragedia dell'inespresso: quest'uomo mangiato vivo dal proprio 'Super Io' è un monumento all'ipocrisia inconsapevole, un disgraziato che mitizza il suo ruolo al fianco di un padrone filotedesco e molto cretino per immolarsi sull'altare di un malinteso concetto di dignità. Impeccabile cerimonioso maniacale ma anche incapace di esprimere qualsivoglia sentimento al punto di trascurare l'occasione sentimentale della sua vita. Inutile dire che Anthony Hopkins candidato all'Oscar insieme a Emma Thompson regala al personaggio un'altra delle sue mostruose performance intessute di finezze microgestuali. Affascinato dal mondo tardo-vittoriano, misfatti compresi, Ivory si conferma il più ispirato illustratore di una upper class pomposa e formalista che forse non è mai morta. Ma come si diceva da Berlino la vita vera dell'Inghilterra palpita altrove: nei film di Loach e Leigh in quel cinema duro e umanissimo che non si specchia in una tazza di tè. |
Autore critica: | Michele Anselmi. |
Fonte critica: | L'Unita |
Data critica:
| 2 /3/1994
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Libro da cui e' stato tratto il film |
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Autore libro: | |
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