Alla deriva - Bed You Sleep In (The)
Regia: | Jon Jost |
Vietato: | No |
Video: | Biblioteca Rosta Nuova, visionabile solo in sede |
DVD: | |
Genere: | Drammatico |
Tipologia: | Storia del cinema |
Eta' consigliata: | Scuole medie superiori |
Soggetto: | Jon Jost |
Sceneggiatura: | Jon Jost |
Fotografia: | Jon Jost |
Musiche: | Earling Wold |
Montaggio: | Jon Jost |
Scenografia: | |
Costumi: | |
Effetti: | |
Interpreti: | Tom Blair (Ray Weiss), Marshall Gaddis (Doug), Ellen McLaughlin (Jean), Kate Sannella (Beth), Brad Shelton (Scott), Lisa Austin (Karma) |
Produzione: | Henry S. Rosenthal |
Distribuzione: | Istituto luce |
Origine: | Usa |
Anno: | 1993 |
Durata:
| 117’
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Trama:
| A Toledo, il titolare di uno stabilimento di legname, Ray, si lamenta col dipendente Doug della crisi del settore a causa del divieto di abbattere altri alberi per proteggere i gufi, e pensa di modificare la produzione e la vendita per non dover licenziare operai. Hobby di Ray è la pesca: la seconda moglie, Jean, lo accompagna al Drift Creek, dalle limpide acque. Qui Ray insegna a pescare al giovane Scott, che gli rivela di conoscere sua figlia Tracy. Improvvisamente Ray trova la moglie costernata da una lettera di Tracy che accusa il padre di averla molestata sessualmente: l'uomo, con calma, nega, e suggerisce alla moglie che la figlia sia stata plagiata dal gruppo di analisi in cui è entrata da poco. La donna si confida con l'amica Beth, manifestando il desiderio di andare da Tracy, ma Beth, alle prese anche lei con una situazione familiare difficile, non sa come aiutarla. Ray, dopo aver dissuaso la moglie dal raggiungere la figlia per non complicare le cose, riceve una telefonata di Scott che gli annuncia che Tracy si è uccisa. Corso a casa, trova che Jean si è tolta la vita a sua volta col gas. Sconvolto, Ray non regge allo sconforto e si spara alla testa, dopo essersi lavato le mani nell'acqua del ruscello.
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Critica 1: | Ciò che il regista mostra, attraverso l'inesorabile immobilità della sua macchina da presa, appena minata (violata?) da qualche panoramica a 360°, non sono mai le azioni dei personaggi (i quali sono in fondo soltanto parte di un paesaggio con cui interagiscono, come in una tragedia greca) bensì le loro reazioni. Mai come in questo film, Jost lascia semplicemente che il mondo accada fuori dall'inquadratura, pronto a registrarne i residui puri e semplici. Nel momento in cui il film inizia tutto ciò che attiene alla storia è in fondo già trascorso, e non aspetta altro che di rivelarsi. Attraverso un senso di minaccia, un disagio palpabile che è poi la sostanza stessa di Alla deriva. |
Autore critica: | |
Fonte critica | Vivilcinema |
Data critica:
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Critica 2: | Ambientato in una piccola cittadina dell'Oregon, tra boschi e montagne. Un luogo dove la natura e l'uomo potrebbero trovare una giusta forma di convivenza. Un luogo dove i conflitti famigliari, profondi e sofferti, esplodono. Il film utilizza un conflitto domestico come spunto per compiere un viaggio più ampio nel clima socio-politico dell'America di oggi, un clima in cui la sfiducia è un dato di fatto ed il dialogo è scomparso. Tratteggiando il background economico e culturale della zona (Toledo), The Bed You Sleep In trattiene in limiti definiti il suo tema centrale, affidato prevalentemente a significati visivi, fino alla scena principale in cui il protagonista Ray legge, con la moglie Jean, una lettera scritta dalla figlia che frequenta l'università e da poco non vive più in famiglia. La lettera accusa Ray di avere abusato della figlia quand'era adolescente. Il film non dà prove o indicazioni se l'accusa sia vera o falsa; Ray nega decisamente i fatti, Jean cerca conforto dall'amica Beth, ma senza risultato. Quando Ray ritorna a casa per comunicare alla moglie che la figlia Tracy si è suicidata, la trova morta in cucina asfissiata dal gas. Ray prende la macchina e guida verso Drift Creek, immerge la faccia nel torrente e si fa saltare le cervella con una pistola.
“Entrambi gli attori sono bravi. Volevo girare il film in un posto verde. Mi piacciono i colori del "deserto" dell'Ovest. Gran parte delle immagini in questo film sono split screen, incluse quelle che Sure fire è uno dei film di Jost più devastanti, al contempo strutturalmente impermeabile ed espansivo, con un Blair semplicemente straordinario nel ruolo di un buon vecchio ragazzo disperatamente rampante che a stento nasconde i propri orientamenti antisociali. The Bed You Sleep In scava nel medesimo terreno, legandolo a una questione all'ordine del giorno, vale a dire la dibattuta sindrome da "falsa memoria" che mette in gioco la distruzione del protagonista, travolto dall'improvviso riattivarsi nella figlia della memoria di abusi subiti dal padre nell'infanzia. Blair sembra essere in questo un martire, un bersagliato uomo d'affari con una coscienza sociale. Non è dato sapere se le accuse della figlia sono veritiere, ma la famiglia - un'entità sempre vacillante e minacciata nei film di Jost crolla nel volgere di breve tempo. Un crollo, questo, che trova in Blair la principale vittima. |
Autore critica: | Gary Morris |
Fonte critica: | John Jost, Bergamo Film Meeting |
Data critica:
| 1994
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Critica 3: | The Bed You Sleep in di Jon Jost, sorta di Sure Fire più intenso e stratificato, nel quale il regista rinuncia quasi completamente al supporto di una tradizionale struttura narrativa per affidarsi alle sole immagini (sua, come di consueto, la fotografia di straordinaria incisività), è il resoconto di un dramma familiare che diventa metafora di una crisi epocale. Una figlia accusa il padre di aver abusato sessualmente di lei (ma il film non dà una risposta certa all'inquietante interrogativo), mentre la piccola comunità rurale affronta lo spettro della crisi quando la locale segheria annuncia l'imminente chiusura. E la tragica conclusione della vicenda familiare si riverbera nelle immagini del dissesto ecologico, segno della irriducibile frattura fra l'uomo e il suo ambiente naturale che diventa simbolo concreto della fine del sogno americano.
Il film materializza l'idea della frattura con un uso personalissimo dello split screen, che genera effetti inquietanti assai lontani dall'abituale, meccanica artificiosità del procedimento (...) |
Autore critica: | Alberto Crespi |
Fonte critica: | Cineforum n. 322 |
Data critica:
| 3/1993
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Libro da cui e' stato tratto il film |
Titolo libro: | |
Autore libro: | |
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